martedì 10 novembre 2009

Passengers, mistero ad alta quota - Rodrigo Garcia (2008)

(Passengers)

Visto in Dvx.

Un thriller tra lo psicologico ed il metafisico che verte interamente sul colpo di scena a circa due terzi del film, un po come "I soliti sospetti" o "Il sesto senso" o il già citato "La moglie del soldato".
Qui però ci troviamo davanti ad un'idea magnifica, davvero fenomenale specie per il cinema, dove forse è già stata utilizzata solo per certe commedie natalizie. Il soggetto appare quindi vincente, a fronte di una sceneggiatura non all'altezza, il film è troppo noioso e sentimentale per tutta la prima metà, tanto da deragliare quasi subito in una storia d'amore, tutt'altro che fondamentale per a trama; e poi le emozioni sono troppo esposte e troppo repentine, troppo esagerate, lo sconosciuto sceneggiatore deve ancora lavorare per essere all'altezza delle sue stesse idee. La regia di Garcia poi è molto convenzionale, unico tocco personale ed oggettivamente lodevole è la fotografia algida tutta giocata sui toni freddi del nero e del grigio che solo nella parte finale osa mostrare l'azzurro ed il blu.
In sostanza il film scorre lento e banale (davvero molto banale) fino al colpo di scena che sconvolge tutto, buttando una luce diversa su tutto quanto è stato mostrato fino a quel momento. Un buon film medio che avrebbe potuto aspirare a qualcosa in più.

Mi fa piacere, ma non sono abituato a vedere Dianne Wiest fuori da un film di Allen

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