venerdì 11 dicembre 2009

Il terrore corre sul filo - Anatole Litvak (1948)

(Sorry, wrong number)

Visto in VHS, registrato dalla tv.

Un film strepitoso ingiustamente dimenticato dal grande pubblico. Un noir fatto tutto di flashbacks (con anche dei flashbacks dentro a dei flashbacks) tutto basato sui telefoni, coi quali stringe un rapoporto che un po come quello di "Ringu" per le videocassette.
Una donna malata impossibilitata ad alzarsi dal letto, attende in apprensione che il marito torni a casa dal lavoro; dopo che il ritardo di quest'ultimo si fa eccessivo comincia a telefonare in giro e per uno sbaglio si ritrova ad ascoltare una conversazione tra due uomini che organizzano un omicidio per quella sera stessa; e questo è solo l'inizio.
Splendido, teso, con una sequenza finale titanica nella sua disperazione, condotto più come un thriller moderno che come un noir dell'epoca, questo film è impreziosito da un cast di stelle (va detto che nelle prime scene la Stanwyck non mi sembra all'altezza della parte, ma a mano a mano che la tensione sale si fa sempre più perfetta fino alla scena madre finale).
Anche Litvak è per me una sorpresa; confeziona un film magnifico con una macchina mobile disinvolta e precisa; fa un po tutto quello che può, carrelli, panoramiche e panoramiche a schiaffo a non finire (durante le sequenze iniziali sembrava davvero un film di Scorsese), ma nessun movimento fine a se stesso, tutto serve a mostrare qualcosa, a spiegare, a svelare.
Il film non è privo di pecche, sprattutto la sceneggiatura che ad un certo punto proprio si svacca nell'implausibilità, ma è solo un momento perchè poi il film procede nell'inevitabile finale.

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