mercoledì 31 marzo 2010

Soldato di carta - Aleksei Alekseyevich German (2008)

(Bumazhnyy soldat)

Visto ad un Cineforum, in lingua originale sottotitolato.

Giuro; ho avuto enormi difficoltà a reggere questo film. Ma la colpa era più che altro degli organizzatori, se devi far vedere film del genere, metti almeno delle sedie comode.
Comunque, siamo nel 1961 e mancano 6 settimane al primo uomo nello spazio, il medico della missione si intrallazza con una moglie uffciale a Mosca e un'amante in Kazakistan (luogo dove avverrà il lancio). Nel frattempo perde la brocca teso com'è fra la sua incrollabile fiducia nei confronti della missione spaziale e di come questa rapprensenti L'EVento, con la e e la v maiuscole (per se, per l'URSS, e per il mondo) e un'insinuante paura e un temibile senso di colpa per stare a guardare mentre un ragazzo sarà fatto bruciare vivo sopra la terra.
Ecco, la storia è più o meno questa, ma va capita. Il film ha l'andamento da Nouvelle Vague con scene sconclusionate, allacciate assieme con gli elastici gialli che non reggono niente, con dialoghi spezzati e una terrificante e geologica lentezza. No sul serio, se si eliminassero le pause e le lungaggine questo film durerebbe un'oretta scarsa.
Ha certamente dei pregi però. Proprio quei dialoghi spezzati che tanto possono irritare sul lungo periodo, nel breve affascinano tantissimo, per la loro somiglianza con la realtà, dove le persone parlano l'una sull'altra ripescando concetti già caduti senza una linearità ben definita.
Splendido anche lo svolgimento della trama, spinta avanti con metafore continue e allegorie affascinanti.
E poi la fotografia impeccabile. Questo è in assoluto il film più umido che abbia mai visto, più di "Lezioni di piano", e il più infangato. Le scene sono quasi sempre desolate, magnificamente calibrate e organzzate.
Rimane comunque uno dei pochi film in cui ho rischiato di addormentarmi e, finora, l'unico in cui ho attivamente cercato di addormentarmi, senza riuscirci tra l'altro.

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