lunedì 8 marzo 2010

Soul Kitchen - Fatih Akin (2009)

(Id.)

Visto al cinema.

Una commedia a tutto tondo (veramente divertente) che racconta un pezzo della vita di un ragazzo d'origine greca ad Amburgo e tutte le persone che gli girano attorno, dal fratello carcerato alla dipendente del fisco. Il film è semplicemente perfetto, ma ciò che più colpisce è la caratterizzazione dei personaggi e la loro rilevanza nella storia; tutti, ma proprio tutti, hanno una parte, un compito da svolgere nella storia. Il protagonista è uno, ma tutti concorrono a far proseguire la trama in maniera determinante.
Akin costruisce il solito film dove la camera si muove in ogni modo possibile senza tralasciare nessuna tecnica di regia, ma stavolta riesce a inserire le varie metodiche in maniera esatta, esaltando le sequenze del film e mantenendo un ritmo sempre altissimo.
Magnifici gli attori. E' un piacere rivedere Unel; ma soprattuto c'è pure una comparsata di Udo Kier... peccato però che non reciti, cioè, sta li a ciucciarsi le sue mentine per massimo dieci minuti, costa tanto fagli dire qualcosa che superi le due parole?
Fotografia splendida che esalta la città di Amburgo, dal lato B della sua periferia ai tetti ei quartieri migliori; non viene mai mostrata del tutto, ma sempre incidentalmente esaltata.
Belli pure i titoli di coda... come dire, semplicemente perfetto.

PS: potrà giusto non andare giù la risoluzione troppo rapida e facile, eppure ci sta; in fondo per tutto il film c'è un susseguirsi surreale di accumili di sfighe e di surreali risoluzioni. il finale si adegua al ritmo da commedia americana o se vogliamo di fiaba moderna di tutto il racconto.

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