venerdì 30 aprile 2010

La tenda rossa - Mikhail Konstantinovič Kalatozov (1969)

(Krasnaya palatka)

Visto in DVD.

Il film è chiaramente un blockbuster dell'epoca: budget alto, stars di richiamo, produzione internazionale che se ne frega pure della cortina di ferro. Eppure non solo non delude, ma affascina, e parecchio anche.
La trama, che si basa sulla terribile avventura vissuta da Umberto Nobile e dai suoi uomini al polo nord, è tipicamente da biopic, ma viene introdotta in maniera molto marticolare.
Nobile, negli anni '60, dalla sua casa a Roma, legge sul giornale la notizia sulla pubblicazione di un libro che riguarda quanto accadutogli nel 1928....e comincia a ricordare, e il senso di colpa affiora, e lo affronta nell'unico modo che conosce: istituisce un tribunale a cui prendono parte i fantasmi di quanti furono i protagonisti di quegli eventi (che siano morti o meno), alcuni come accusa, altri come testimoni, per riuscire finalmente a stabilire se la responsabilità di quella strage fu sua o meno.
Non ci si trova, però, davanti ad un nuovo "Rashomon", perchè i fatti presentati sono inappuntabili, quanto successo è oggettivo, è però l'interpretazione che ne viene data a cambiare, il significato delle scelte fatte da Nobile che viene discusso e valutato; in fondo i questo caso tutta si svolge nella testa del protagonista, con un unico punto di vista, il suo, ma con un senso della critica che lo porta a contestare ogni cosa. Chiaramente tutto il film propende per la sua assoluzione, ma siamo pur sempre nella mente di un uomo che si sta giudicando da solo, un pò di indulgenza è cosa ovvia.
Kalatozov da parte sua ci aggiunge un gusto estetico estremo, con il rosso (della tenda) ed il bianco (dei ghiacci) come dominanti per ogni scena, che può risultare più o meno scura in basa al rapporto tra i due colori. Le riprese sono fatte spesso dall'alto dando grandiosità alle location sui ghiacci polari.
Magnifico il cast che riesce a rendere credibile pure Connery (!). Finch, dal canto suo, regala un'interpretazione decisamente migliore, e più sobria, di quella per "Quinto potere".
Il film avvince, e per chi come me non conosce esattamente la storia, fa tenere il fiato in sospeso fino alla fine. Unico neo è il personaggio di Claudia Cardinale, evidentemente inserito per compiacere sia il pubblico maschile (è l'unica donna), sia quello femminile (da la possibilità di costruirci attorno una storia d'amore eterno).

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