mercoledì 21 luglio 2010

Peggy Sue si è sposata - Francis Ford Coppola (1986)

(Peggy Sue got married)

Visto in VHS.

Un donna quarantenne, rivede vecchie nemiche, vecchi amori e quant'altro alla festa di classe, incoronata di nuovo reginetta come 20 anni prima scrivoltolerà via, nello svenimento tornerà nel passato e rivivrà qualche giorno da adolescente. Tema demente finchè si vuole, ma trattato con una serietà come non s'era mai vista al cinema.
La protagonista, non risolve i conflitti irrisolti che ancora, dopo 20 anni le creano problemi, ma molto più umanamente si gode il momento, tra continui momenti di commozione per il ritrovare in vita parenti a cui era affezionata (la madre, o la telefonata con la nonna), lei neppure si adatta, semplicemente vive ciò che le succede con il realistico stupore di chi non sa che cosa nè perchè.
Quando poi il film si arena completamente nel rapporto a due con il futuro marito Cage, allore si fa pedante, abbastanza prevedibile, ma neanche tanto.
Poi vi è il discorso che lei, seppure adoloscente fuori, dentro è una donna adulta, che fuma, beve alcool e vorrebbe fare sesso, ma quella è l'America del 1960, e la cosa non può che procurarlo problemi.
Coppola mette da parte lo sperimentalismo, ma fino ad un certo punto, balzano comunque all'occhio i falsi specchi attraversati dalla macchina da presa, trovo folle, e quindi giusto che Coppola c'abbia provato, usare degli attori che fingano d'essere uno specchio; folle ma decisamente utili per i movimenti di camera.
Non è un filmone, più che altro sarebbe adatto alla domenica pomeriggio su rete4, però è estremamente onesto, realistico, niente viene risolto, la protagonista a mala pena fa tesoro di quanto successo, perchè in quella situazione, umanamente, a nessuno gliene fregherebbe molto di risolvere conflitti.
Nel cast c'è pure un giovane Jim Carrey.

PS: il fatto che ogni personaggio debba interpretare sia un quarantenne sia un ventenne rende obbligatorio che in almeno una delle due occasioni l'attore sia assolutamente non credibile, cosa che non riesce facile neppure a Ron Howard.

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