giovedì 30 settembre 2010

Cape Fear, il promontorio della paura - Martin Scorsese (1991)

(Cape Fear)

Registrato dalla tv.

Questo è l’ultimo film di Scorsese che mi mancava, e devo dire di essere rimasto completamente soddisfatto. La storia di colpe reciproche (i due protagonisti sono entrambi colpevoli e nessuno merita di vincere) e di vendetta è magnificamente scolpita da una regia molto dinamica, fatta di quei brevi carrelli caratteristici del regista che qui si fanno praticamente continui. Scorsese poi dona alcuni momenti di assoluta maestria nel delineare le atmosfere, con sequenze fiabesche con un De Niro lupo cattivo e tentatore (la scena nel teatro con Juliette Lewis) e altre in completo stile horror con un De Niro alla stregua di Freddy Kruger (nel finale, come ha giustamente sottolineato Mereghetti). E se non si può dimenticare De Niro che canta mentre affonda con uno sguardo da capitano Willard nell'acqua, il resto del film è un gustosissimo susseguirsi di citazioni (i fuochi d’artificio a sottolineare la passione come in Hitchcock) e di idee indipendenti (su tutte la visualizzazione dello sguardo confuso dal sonno durante i prima attimi del risveglio reso con l’utilizzo del negativo; perfetto, geniale, e terribilmente semplice).

Sono assolutamente d’accordo nel dire che non è il suo capolavoro, ma è uno dei suoi migliori film in ogni caso. Un incipit coeso nonostante la realizzazione con un’insieme di tecniche come questo è difficile da immaginare.

Questo film conferma la mia personale teoria secondo cui il periodo d’oro di Scorsese sono stati gli anni ’90, quando da “L’ultima tentazione di Cristo” del 1988, ad “Al di là della vita” del 1999, non solo non ha sbagliato un colpo, ma ha creato una galleria di film diversissimi per tema, stile ed epoca dimostrando in ognuno di questi una capacità nella regia che fa invidia a Kubrick.

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