domenica 12 settembre 2010

La donna del ritratto - Fritz Lang (1944)

(The woman in the window)

Visto in DVD.

Un tranquillo professore universitario incontra per caso la donna dei sogni (una donna ritratta in un quadro che lo ha molto colpito), e cocì, nonostante sia sposato, si lascia tentare e la segue a casa sua a vedere dei disegni; il loro rapporto è assolutamente onesto e solare e scevro da ogni pulsione sessuale... peccato che l'amante di lei arrivi in quel mentre, li sorprenda assieme e si avventi contro l'uomo. L'amante rimarrà ucciso per pura fatalità. Si disferanno del corpo, ma la polizia (e un ricattatore) staranno alle costole.
Questo film, ma soprattutto i primi minut con la lazione universitaria e il dilogo al club, è il manifesto dell'ideale di Lang sul confine sottilissimo fra innocenza e colpa, del potenziale assassino insito in ogni uomo, anche il più mite e dell'idea di destino. Tutto il film è un gioco, una corsa a ostacoli fra il tentare di non essere scoperti e la soddisfazione di farla franca; situazione in cui la fortuna (o la sfortuna) la fanno da padrone (e i questo ricorda abbastanza la deriva inglese di Woody Allen).
Robinson è nella sua parte classica (almeno nei film di Lang), ma seppure bravo stavolta non entusiasma.
Il film alla fin fine è buono, in costante mutamento dei rapporti di forza, in costante evoluzione e lo pseudo finale amarissimo, in cui l'uomo comune si rende conto di essere stato preso da forze troppo grandi per lui e decide attivamente di soccombere, è decisamente buono... peccato che poi a Lang gli venga un conato di buonismo e faccia finire il film in maniera banale (forse non per l'epoca però) e patetica. La scena in cui il finale cambia è però notevole, con un cambio di scena senza stacchi realizzato con un primissimo piano di Robison, un cambio di luce che illumina la stanza e il cambio dei vestiti dell'attore realizzati per l'occasione in maniera tale che potessero essere tolti senza che lui si muovesse dalla poltrona.

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