sabato 2 ottobre 2010

Marty vita di un timido - Delbert Mann (1955)

(Marty)

Visto in DVD.

Commediola romantica anni '50 in cui un ingenuo Borgnine (che non è tanto timido, quanto appunto ingenuo, segnato dal passato e consapevole della sua bruttezza, e poi, beh, è terribilmente anni '50) si ritrova non sposato a 34 anni e con una vita che non pare potergli donare più nulla se non la possibilità che assieme a lui e sua madre venga a vivere con loro pure la sorella di sua madre. Ovviamente non sarà così, ovviamente conoscerà una ragazza.
Il film non spicca per originalità o idee particolari, e gli oscar e le palme mi paiono eccessivi, ma ha certamente tutta una serie di caratteristiche interessanti (oltre alla buona prova di Borgnine):
Innanzi tutto i due protagonisti non sono dei fighi assurdi, seppure la donna non sia brutta, non è neppure il falso cesso da film di Hollywood che se si scioglie i capelli e si toglie gli occhiali diventa Jassica Alba, apprezzo l'onestà, cosa che nei film sentimentali non c'è mai, questa diventa improvvisamente la prima storia plausibile sul genere.
Poi Borgnine si lascia condizionare dalle opinioni altrui; nelle storie d'amore succede sempre che due si inammorano, uno dei due fa una cazzata, si allontanano, solo per capire quanto bene si vgliano davvero; beh qui nessuno dei due fa nulla di male, solo che gli amici e la madre di Borgnine gli dicono che lei non è una buona ragazza, non è adatta a lui, ma soprattutto che è troppo brutta!
Infine la madre di Borgnine e la zia. Al loro primo incontro sono esattamente la fotocopia di mia nonna, cambia solo l'accento, parlano dei loro dolori cercando di superarsi a vicenda, e poi parlano dei morti. Ma anche nelle scene successive danno luogo a conversazioni gustosissime e non banali. La prima soprattutto (che è un pò il cuore del rapporto madre figlio) è una considerazione, alla fin fine facile, ma a livello cinematografico non banale, sul diventare vecchi e sull'allontanamento dei figli.
Decisamente un buon film di un'altra epoca, anche se piuttosto sopravvalutato.

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