venerdì 25 febbraio 2011

Il cigno nero - Darren Aronofsky (2010)

(Black swan)

Visto al cinema.


Una ballerina, ormai quasi fuori tempo massimo, ancora succube di una madre che vive attraverso di lei e inprigionata in un infantilismo reso accettabile solo dall'ossessione della danza, riesce ad ottenere la parte della prima ballerina ne "Il lago dei cigni". Tecnicamente perfetta, non ha però lo spirito giusto, il giusto piglio (il cuore, come dice Cassel), per interpretare il sensuale cigno nero. La sua frustrazione, la sua rabbia, ma anche la sua pulsione sessuale e la paura di essere sostituita determineranno in lei una trasformazione in una nuova personalità più carnale e viva; ma quello che lei vedrà (e che vede anche il pubblico) è una trasformazione fisica, una distruzione del suo corpo graduele e continua fino all'inevitabile finale che, come in una fiaba di Anderson, le donerà il successo, ma con costi enormi.

Non creod di esagerare se dico che il miglior film di Aronosfky (non ho mai visto "L'albero della vita", ma a quanto pare fa schifo a tutti); e ci frulla dentro tutte le sue opere passate. C'è tantissimo "The wrestler", con le nuche inquadrate continuamente, la macchina da presa che riempie ogni inquadratura con la sua protagonista; un personaggio che vive grazie al suo corpo, che sfrutta e che abusa in ogni modo pur di riuscire (direi quasi che che Aronofsky è il più concreto dei nuovi registi del body horror); però ci mette in mezzo pure tutta la disturbante follia di "pi greco" (ottimo l'uso dei suoni in questo film come in quello) e il visrtuosismo dietro la macchina da presa di "Requiem for a dream" (senza però tutto la fighetteria achiappagiovani).
Qui lo dico e qui lo nego, questo è anche il miglior film sulla danza (ok, di questo genere non ne ho visti moltissimi) nonchè il migliore sul rapporto (in questo caso malato) tra arte e vita.

Detto ciò il film è una parabola discendente negli abissi della follia, resa in maniera relistica e disturbante; un film che sfocia nell'horror vero e proprio solo in una sequenza nel finale, per tutto il resto del tempo crea una enorma tensione costante ed eccessiva come non succedeva da parecchio tempo a questa parte. Ha anche il vantaggio di non eccedere troppo nelle trovate kitch (anche se ci sono, ma bisogna mmettere che Aronofsky le ama) e si avvale di un cast stupendo, con una Portman mai così brava.
Purtroppo va notato come la componente erotica del film sia stata enormemente gonfiata dalla critica, e chi va a vederlo solo per quello rimarrà dluso (lo ammetto ci son rimasto male...).

Un film strepitoso come non si vedeva da tempo.

PS: Stupendo anche tutto il corredo di locandine e poster pubblicitari in stile sovietico o anni 30. Eccone un po, oltre a quello pubblicato in alto.


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