lunedì 28 febbraio 2011

Vincitori e vinti - Stanley Kramer (1961)

(Judgment at Nuremberg)

Visto in VHS.

La descrizione del processo a 4 gerarchetti nazisti nel 1948 (giusto dei giudici e un ex ministro della giustizia) presieduto da un giudici incredibilmente open minded, disposto a capire le ragioni dei tedeschi prima di condannarli in toto.

Un film fondamentale, in quanto è il primo (e che io sappia, quasi l’unico) a mantenere una certa oggettività sulla Germania nazista (è anche il primo, che io sappia, a mostrare vere immagini dei campi di sterminio dopo la liberazione). Mostra tutti i punti di vista, dai più estremisti (sia dei tedeschi, come il procuratore ora sotto accusa, sia degli americani, come l’attuale avvocato dell’accusa) a quelle più moderate, passando per le 2000 sfaccettature che un’ideologia politica (ed un sistema satanico) ha avuto nella vita di tutti i giorni. Non ci sono giustificazioni (né assoluzioni, neppure per i personaggi positivi), ma la voglia di mostrare e di far capire, come sia possibile vivere, andare avanti, nonostante si viva in uno stato nazista e senza fare nulla per opporvisi. Certo la continua, protestata, invocazione di ignoranza su quanto avvenisse nei campi di sterminio può essere creduta o meno, ma cambia poco le cose; come dice l’avvocato tedesco, li ad essere sotto accusa sono tutti i tedeschi (e non dovrebbero essere i soli).

Come dicevo le colpe sono distribuite giustamente, e l’assoluzione finale non c’è (com’è giusto che sia); ma il film si permette il lusso di difendere i tedeschi e di comprenderli. Cosa non da poco.

PS: Non ho mai nominato Kramer, ma lui ci va a nozze coi legal movie e, seppure piuttosto contenuto, danza con la macchina da presa, inquadra su più piani (tutte inquadrature funzionali, che servono a mostrare in primo piano chi parla e in secondo piano chi viene nominato) e si ferma quando invece il volteggiare sarebbe superfluo. Peccato invece per il cast all star, in gran parte sprecato.

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