lunedì 7 marzo 2011

American graffiti - George Lucas (1973)

(Id.)

Visto in VHS.

La notte prima di partire per il college quattro amici si trovano per festeggiare insieme, in realtà si perderanno presto di vista ed ognuno, a modo suo, perderà l’innocenza, l’ingenuità, o le illusioni dell’adolescenza. Il protagonista, Dreyfuss, si incamminerà in un percorso per cercare ostacoli da frapporre alla partenza, perché in realtà non vuole lasciare casa; l’incontro con uno stanco idolo dei giovani che farebbe carte false per essere giovane e potersene andare gli darà l’ultima spinta per partire.
Lieve racconto di formazione (che darà il la per “Happy days”, ma per fortuna qui non siamo nei meandri del cinema comico) per strutturato, che ha però la sua carta vincente nell’ambientazione agli inizi degli anni 60, paragonando così la spensieratezza della gioventù dei protagonisti con quella degli Stati Uniti (di li ad un anno morirà Kennedy, dopo due inizierà il Vietnam, dopo sei ci sarà il 68) che ancora non hanno perso le illusioni.
Il film si lascia seguire con grazia e presenta una carrellata di personaggi simpatici che sembrano banali, ma che ad uno sguardo più attento si mostrano come perdenti in partenza, senza possibilità di rivalsa (il meccanico che non andrà al college ma rimarrà bloccato nelle gare d’auto e nel suo lavoro; Ron Howard che manderà tutto per aria per amore, ecc).
L’unico neo è che questo film sembra la pubblicità di una concessionaria. I personaggi passano più tempo a girare in macchina senza meta che nei loro vestiti. Se davvero erano così gli anni ’60 allora capisco da dove viene tutto l’inquinamento dei nostri giorni.

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