lunedì 9 maggio 2011

L'uomo invisibile - James Whale (1933)

(The invisible man)

Visto in VHS.

Uno scienziato vuol battere tutti i record di scoperta ganza della storia (e lo vuol fare sostanzialmente per fare colpo sulla figlia del suo capo), vuole inventare il siero dell’invisibilità. Per carità ce la fa… peccato che lo testi su di se prima di inventare l’antidoto, ma soprattutto ignora che la sostanza che rende invisibili rende anche pazzi.

Horror classico che è, giustamente, passato alla storia per gli effetti speciali, quasi tutti fatti in casa (il primo piano mentre l’uomo invisibile si toglie le bende è stato fatto con garze rigide e vuote dentro) che sono rimasti ineguagliati per anni.

Alla regia c’è Whale, che ormai per me è secondo solo a Browning nel cinema gotico anni ’30, e si pregia di un cast non di primo piano, ma decisamente adatto (il capo dello scienziato pazzo è il tenero Henry Travers; nei panni dell’uomo invisibile c’è invece una delle prime interpretazioni di Claude Rains, visibile solo nell’ultimissima sequenza, scelto per la voce e la recitazione).

2 commenti:

occhio sulle espressioni ha detto...

Giusta considerazione quella su Whale, da ricordare la sua regia ai Frankenstein.
Film fra i super classici a pieno diritto, gli effetti sono migliori di tanti dei nostri tempi...

Lakehurst ha detto...

Il Frankenstein di Whale è assolutamente fantastico, una regia piena di ritmo e di inquadrature inventive e la costruzione di un mondo ricchissimo di suggestioni, La moglie di Frankenstein invece (che ho visto di recente) non mi è sembrato all'altezza.

Poi gli effetti speciali classici hanno il vantaggio del realismo anche quando sono brutti, quelli digitali fatti male semnbrano solo cartoni animati incollati al live action