lunedì 1 agosto 2011

Liliom - Fritz Lang (1934)

(Id.)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato. Un giostraio con alcune pendenze nei confronti della polizia si sposa una ragazzetta buffa follemente innamorata di lui. Per carità, pure lui è innamorato, ma terribilmente idiota, fannullone e irascibile. Poi lei rimane incinta, lui vuol trovare subito dei soldi ed accetta la proposta di un amico di compiere una rapina. Le cose vanno male, viene braccato dalla polizia e una volta circondato decide che non val la pena di finire in prigione e si uccide… ma se la morte fosse la fine di tutto sarebbe troppo facile… Lang ci piazze una buona metà del film ambientata nell’aldilà; due angeli (i poliziotti di Dio), identici e vestiti da men in black, lo pigliano e lo portano nel commissariato celeste, identico in tutto (regole, tic, problemi) in quello terrestre, solo che li i funzionari hanno delle buffe alucce sulla schiena. Verrà condannato a 16 anni di purgatorio per poi tornare sulla terra dove dovrà dimostrare il suo buon cuore.

Se la prima parte è un buon film (anche se piuttosto lento) sentimental-melodrammatico, la seconda parte spiritualistica è fenomenale, crea l’immagine dei poliziotti di Dio veramente notevole per l’epoca. Ecco, questa seconda parte (che spiazzò il pubblico dell’epoca e decretò il fallimento del film e spinse Lang verso i lidi USA) è assolutamente la parte vincente del film.

Complessivamente è un’opera curiosa che merita uno sguardo, anche nell’ottica del contesto storico. Questo è il primo film fuori dalla Germania di Lang (primo e ultimo in Francia) a causa della fuga del regista dalle mire naziste che volevano fare di lui il capo dell’UFA e di conseguenza il dirigente della propaganda cinematografica di Hitler.

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