giovedì 4 agosto 2011

Nazarin - Luis Buñuel (1959)

(Id.)

Visto in DVD.
Un giovane prete vive tra i poveri praticando il vangelo fino alle estreme conseguenza, ma ogni suo tentativo di generosità si rivoltano cotnro di lui e contro gli altri. La sua fama però fimane quella di un santo, portandolo ad avere degli apostoli (due donne), a essere ritenuto in grado di fare miracoli e a parafrasare la passione di Cristo.

Il fascino dei film di Bunuel non è per nulla nella loro godibilità, ma nel fatto che non si sa mai dove andrà a parare la storia, ammesso che vada a parare da qualche parte. A livello puramente narrativo la storia di Nazarin si muove pure troppo senza però avere una fine vera e propria e al contrario di molti altri film del regista, si fa seguire senza troppe difficoltà. Poi c’è tutto il sottotesto; e sapendo del fascino/idiosincrasia di Bunuel nei confronti della religione anche quando parla di tutt’altro, figuriamoci quando parla di un prete…

Il protagonista di Nazarin è una sorta di “santo” moderno, ma di una santità onesta, ma di facciata. È umile e generoso, ma di un’umiltà autoreferenziale, incapace di provare amore in maniera sincera (e pertanto incapace anche a rapportarsi con donne di ogni genere) e sostanzialmente inutile. La fede del prete poi è una sorta di scelta attiva e lucida che cerca di essere razionale contro la razionalità degli altri fedeli, nel rapporto fra superstizione, religione e scienza è costantemente dalla parte di quest’ultima (come nella sequenza in cui insiste nel curare la bambina con medicine). E nonostante questi suoi sforzi nell’essere una buona persona razionale gli verranno gettati addosso di volta in volta gli attributi che chi ha davanti desidera vedere, su tutti il fatto di fare miracoli da parte della famiglia della bambina.

Esteticamente magnifico, con una regia mobile, un pan focus visibile e ben fatto (anche se non proprio fondamentale); una serie di inquadrature ad effetto, location ben scelte ed una solida fotografia.

Il film non è esattamente una critica alla religione, ma più una variazione sul tema, un punto di vista di un ateo affascinato che non lesina stoccate a tutti, alla religione (su tutte la scena della preghiera attorno alla bambina malata; o il Gesù compagnone ante litteram), alla borghesia (banale, indifferente e cattiva di quella cattiveria distaccata), ma anche alla povera gente (brutale, stupida ed egoista).

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