lunedì 14 maggio 2012

Il sipario strappato - Alfred Hitchcock (1966)

(Torn curtain)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato in italiano.

L’ultimo grandissimo film di Hitchcock. Forse la sceneggiatura non è impeccabile e umoristica come le precedenti del regista (furono chiamati a lavorarci anche Age e Scarpelli, che la consideravano troppo seria, ma furono presto sostituiti per insormontabili difficoltà linguistiche).
Uno scienziato statunitense tradisce il suo paese, all’insaputa di sua moglie, per dare segreti militari alla Germania est. La cosa provocherà problemi coniugali ed un gioco di spionaggio e contro spionaggio che lo porteranno a fare di tutto per salvarsi.

Ho letto di tutto, dalla sceneggiatura pessima al brutto rapporto fra il regista e Paul Newman, tutto che dovrebbe concorrere a rendere il film un minore di Hitchcock. Onestamente non credo. Il film è zeppo di tocchi classici del regista inglese, originali e geniali nel contempo; anzi, c’è una tale quantità di idee da fare impallidire alcuni classici anni ’60.

Da dove partire con l’elenco? Direi l’inseguimento al museo fatto solo con il suono dei passi. La lunga sequenza dell’omicidio nella fattoria fatta tutta in un terribile silenzio. L’inseguimento degli autobus. Il “furto” della formula segreta. E complessivamente il continuo uso drammatico delle location, dal già citato omicidio in fattoria fatto con pala e forno a gas, alla ballerina che vede Paul Newman per tutto il film per riconoscerlo durante lo spettacolo finale.
Infine un encomio alla selva di caratteristi strepitosi che fanno la parte del leone (suggerisco di vederlo in lignua per apprezzarli del tutto) con i due personaggi secondari più grandi in un film di Hitchcock, Gromek e la contessa russa.

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