lunedì 1 ottobre 2012

This is Spinal Tap - Bob Reiner (1984)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Uno dei primi mockumentary musicali della storia del cinema; e tanto basterebbe. Se ci si aggiunge inoltre un gustosissimo intro in cui il film prende in giro se stesso il gioco è fatto.
Il film ripercorre il tour americano di una band heavy metal inglese che torna dopo anni a cercare una ribalta ormai perduta, tra interviste, ricordi del passato ed i costanti problemi del presente.

Il film funziona benissimo in primo luogo per la credibilità del documentario. Non voglio dire che il film risulta verosimile; fin dall’incipit è chiaro che è tutta un’invenzione, tuttavia la qualità delle immagini, il montaggio, l’audio e addirittura le frasi mozzate a metà e la sovrapposizioni di più persone contemporaneamente. Si insomma, è evidente che tutto è falso, ma lo si mostra con il contenuto e non con il mezzo.
Il film ovviamente se la prende direttamente con il mondo heavy metal anni ’80 che cita direttamente e lo fa in ogni dettaglio, fin dal nome del gruppo (scritto con l’umlaut dell’heavy metal messa sulla n!). ma mostrando spezzoni del passato si prende il tempo di sfottere anche gli anni ’60 e ’70.

Quello che però fa davvero la differenza tra la riuscita e l’insuccesso è la creazione di personaggi stupidi sul modello che Ben Stiller farà suo, incredibilmente egocentrici ed esagerati. Il film fa ridere ancora, e molto anche,  alcune trovate anarchiche ed assurde sono il piatto forte (la storia dei batteristi così com’è raccontata all’inizio, il gruppo che si perde dietro le quinte del palco, l’assolo di chitarra elettrica e violino, e la mia preferita, la scenografia di Stonehenge con i nani danzanti; tutte idee degne di un Mel Brooks in stato di grazia o di uno ZAZ meno sguaiato).

Un grande film… che tra l’altro anticipa, concettualmente, il Black album dei Metallica

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