domenica 18 novembre 2012

Nairobi half life - David Gitonga (2012)

(Id.)

Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso), in lingua originale sottotitolato.

Un ragazzo della provincia keniana che sbarca il lunario vendendo dvd contraffatti e interpretando i film che vende per attirare più compratori (a quanto pare piuttosto scarsi) si lascia convincere con (palesi) menzogne ad andare a Nairobi a cercare fortuna come attore. Come arriverà nella capitale verrà derubato di tutto, verrà arrestato per sbaglio e dovrà pure pulire i bagni della prigione. Proprio in prigione conoscerà la persona che lo introdurrà nel circuito della piccola malavita locale, mentre lui farà di tutto per diventare un attore di teatro.

Tykwer si trova nuovamente (come già con Soul boy) nei panni di produttore per un film keniano. La Germania sembra abbastanza interessata a dare una possibilità a giovani registi locali dando loro mezzi, knowhow e un trampolino di lancio. E anche stavolta riesce ad azzeccarci abbastanza visto che questo film risulta essere il primo prodotto in Kenya ad essere preso in considerazione per la corsa all'Oscar come miglior film straniero. Staremo a vedere, ma intanto complimenti a Tykwer.

Il film è decisamente ben scritto e (abbastanza) ben interpretato che si muove con una certa capacità in una trama tutto sommato articolata; riesce a comporre un ottimo discorso sul cinema stesso (il monologo teatrale finale) mentre mette in scena contemporaneamente un racconto di formazione all'americana e uno spaccato sociale condito con un poco di humor... Forse manca un po del ritmo che sarebbe stato necessario, ma la vera mancanza è la parte comica, se quello humor fosse stato spinto oltre con tutta probabilità avremmo ora la miglior commedia all'italiana prodotta fuori dall'Italia.

Gitonga, il regista (già assisente di regia in The first grader) è qui alla sua opera prima... e putroppo si vede, nonostante i mezzi a disposizione la fotografia è molto lasciata a se stessa (esattamente all'opposto rispetto a Soul boy) e lascia scorrere senza prendere posizione molte scene che avrebbero potuto essere dei capolavori di regia...

Il film è stato preceduto dal corto "Lyiza", un film su una coppia di studenti della stessa classe, ma figli, rispettivamente, di vittima e carnefice di uno dei tanti delitti perpetrati durante la guerra civile ruandese... Alla fine un film amatoriale con i soliti fruscii nell'audio, gli attori con gli occhi sgranati e la trama sospesa tra la noia e la incomprensibilità. La regia però, nel suo piccolo, si salva.

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