venerdì 11 gennaio 2013

Terminator - James Cameron (1984)

(The terminator)

Visto in tv.

Negli anni ‘20 del duemila le macchina renderanno il controllo del mondo e cercheranno di distruggere la razza umana. La sopravvivenza di tutti sarà possibile solo grazie alla resistenza organizzata da John Connor; le macchine, rendendosi conto di non essere più in grado di eliminare il problema, decidono di eliminare la questione dalla radice; mandano indietro nel tempo un cyborg che ammazzi la madre di John prima ancora che lo concepisca.

Anche se sono più affezionato al sequel, questo è uno di quei film epocali che va al di la della qualità in se. Un film in cui, in un colpo solo, un blockbuster americano si rimette in linea con tutta la fantascienza extra US fatta fino a quel momento, mettendoci dentro un futuro distopico, i cyborg che si confondono con gli umani, una caccia spietata, un discorso sui viaggi nel tempo che farà scuola, lo scontro uomo-macchina estremizzato come solo “Matrix” 15 anni dopo e una predestinazione (anzi, direi un’annunciazione) quasi cristologica. Il tutto messo in scena con quel gusto machistico e fracassone degli anni ’80… non poteva non andare a buon fine; da questo film in poi tutti copieranno a mani basse.

Ottima, in ogni caso, la fattura in sé ad ogni livello produttivo dalla sceneggiatura (in cui le continue spiegazioni di ciò che accadrà sono assolutamente messe in un contesto tale da non risultare fuori luogo o fastidiose) agli effetti speciali (punta di diamante di ciò che potevano fari gli anni ’80).
Ok, ok, anche questo film cita (come tutti i scifi coi robot) “Westworld”, ma la forza qui sta nell'andare oltre e fare un film multistrato in cui la caccia di Yul Brinner è attualizzata e affiancata a ben altre idee. In ogni caso un encomio per la scelta azzeccatissima di dare a Schwarzenegger la parte del cyborg (così è giustificato a non recitare) cattivo.

Il discorso sui viaggi nel tempo sarà poi saccheggiato da chiunque negli stati uniti divenendo lo standard, ma di fatto è uno dei principali oppositori al concetto di futuro mutevole di Zemeckis e dei suoi ritorni al futuro; qui infatti e per tutta la saga, tutto ciò che vien fatto non cambierà il futuro, anzi, ogni sforzo fatto per modificarlo sarà determinante perché avvenga esattamente allo stesso modo. Ecco questa saga e quella di “Ritorno al futuro” hanno detto tutto al cinema sul discorso viaggi nel tempo.
Infine, sarà solo l’abitudine o un eccesso di dietrologia, ma personalmente trovo che la scena (di per se insignificante) di Schwarzenegger che entra al Technoir incarni completamente gli anni ’80 cinematografici. 

2 commenti:

Babol ha detto...

Anche io sono più affezionata al secondo capitolo, ma questo è sicuramente un caposaldo!

Lakehurst ha detto...

il secondo ha il vantaggio di sfruttare una tematica ed un mondo senza spiegarlo, in più ci aggiungono un nemico ancora più cool di Schwarzenegger, i T1000, che è anche la summa del CGI dell'epoca. direi che gli estremi ci son tutti per affezionarcisi