lunedì 20 maggio 2013

Io sono l'amore - Luca Guadagnino (2009)

(Id.)

Visto in Dvx.

Una bella famigliola dell’altissima borghesia milanese, praticamente dei nobili dei giorni nostri, fatti di figlie che si scoprono lesbiche, figli che aiutano gli amici ad aprire ristoranti,e madri irreprensibili che si scoprono attratte dagli amici dei figli.
Guadagnino dirige da dio. Questo va detto subito. Anzi, Guadagnino dirige da Scorsese. Una profusione di carrellate brevi, ma incisive e pervasive, un gusto per i dettagli degli arredi che sembra venire da “L’età dell’innocenza”, un costruzione impeccabile delle location e un uso della musica come la si userebbe per dirigere un balletto (unica differenza sta nel genere). Si insomma Guadagnino si dimostra essere uno Scorsese italiano, almeno al parti di Sorrentino… però di Scorsese ha tutta la tecnica, ma gli manca completamente il cuore.
Guadagnino dirige con un distacco che il regista newyorkese non ha, e di per se forse non sarebbe un problema, anzi, sarebbe una cifra stilistica. Purtroppo però il film è sorretto da una trama che è già gelida di suo, con personaggi molto artefatti e banali, da una sequela di comprimari inutili (la sorella lesbica che funzione ha? La moglie incinta? La nonna rifatta?) e un’intera teoria di sequenza prive di ogni empatia nei confronti di qualunque accadimento. Ecco, se a tutto questo si aggiunge una regia distaccata l’effetto è quello di fregarsene delle sorti di tutti. Se poi la sceneggiatura si prende pure il lusso di una svolta finale da melodramma di terz'ordine, il film si declassa ad essere un’opera interessante, ma da sconsigliare… 

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