mercoledì 9 ottobre 2013

Dylan Dog, Il film - Kevin Munroe (2010)

(Dylan Dog: dead of night)

Visto in tv.

Sono da sempre un appassionato di Dylan Dog, ho sempre desiderato avere i primi cento numeri originali, ho comprato dei fumetti anche solo perché disegnati da Freghieri o Ruju (lo dico io prima che mi si chieda chi sono i miei disegnatori preferiti), avevo una lista dei miei albi preferiti (grazie per la domanda, certamente metterei, in ordine sparso, Necropolis, L’angelo sterminatore, Sette anime dannate, Il signore del silenzio, Partita con la morte, poi non finisco la top ten per non tediare) e ricordo con affetto il primo numero comprato “Ai confini del tempo”, comprato perchè aveva dei dinosauri in copertina (ho cominciato col botto).

Dico ciò per sottolineare le reazioni naturali alla notizia di un nuovo film sull’indagatore dell’incubo. Poi il resto è storia, quegli stronzi della Disney non hanno concesso i diritti sul maggiolone e la produzione si è (intelligentemente) inventata di usare la New Beetle; quei bastardi della fondazione Groucho Marx volevano troppi soldi e la produzione ha dovuto inventarsi di sana pianta una spalla comica abbastanza originale; infine la produzione era USA quindi ha salutato subito Londra, ma ha scelto la città più luciferina degli states, New Orleans.
Ecco, considerate tutte queste differenze l’approccio è stato negativo fin da subito, poi guardando il film mi sono dovuto ricredere…

Questo Dylan Dog non è un bel film, diciamolo subito, ma è talmente diverso dall’originale da cui trae l’idea che non può essere considerato uno svilimento del fumetto, è proprio tutt’altra cosa, solo che il protagonista ha il nome ed il vestiario del personaggio creato da Sclavi.
Il film è un commistione piuttosto carina di un noir moderno (tutto intrighi complicati, personaggi banali e prevedibili e gag che alleggeriscono l’atmosfera) infilato in un mondo fantasy, dove a fianco degli umani, vivono tutta una serie di creature più o meno integrate nella società (idea non più nuova, trattata con al dovuta superficialità, ma tutto sommato ben utilizzata).

In definitiva un film di intrattenimento con arredamento horror (non è che ci fosse necessità di tutti quei mostri) ben realizzato e senza pretese, con un finale largamente previsto che è forse la parte peggiore.

PS: quello che in realtà non sono riuscito ad accettare è l’idea che ad interpretare Dylan Dog sia stato considerato Brandon Routh.

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