sabato 9 novembre 2013

Omicidio in diretta - Brian De Palme (1998)

(Snake eyes)

Visto in tv.

Un poliziotto (Cage) viene invitato ad un incontro di boxe da un suo amico (Sinise) che si occupa della sicurezza della serata (dato che ci sarà anche… non ricordo esattamente la carica, ma diciamo il segretario di stato degli USA). Ovviamente le cose non potranno andare bene; ci sarà un attentato, proprio mentre Sinise veniva distratto da una terza abbondante. Le porte verranno chiuse e Cage si metterà ad indagare per salvare le chiappe all'amico.
La prima volta che vidi questo film mi sembrò un film perfetto rovinato da un finale eccessivamente inverosimile. A distanza di anni, rivedendolo mi sembra un classico film di De Palma con tanti difetti dall'inzio alla fine.

Questo film viene ricordato per lo sconcertante piano sequenza iniziale di più di dieci minuti (di fatto è un falso, anche se sono due piani sequenza uniti… comunque ragguardevole) e viene spesso indicato come un film vuoto, pieno di virtuosismi fini a se stessi, come se De Palma volesse solo mostrare cosa di può fare senza considerare altro.
A mio avviso questo non è un esercizio di stile vuoto. Semplicemente è un film di De Palma. Tutti i film del regista americano sono zeppi di virtuosismi spesso inutili, ma esteticamente molto (molto) appaganti. Qui ci sono una lista dei cliché preferiti d De Palma, due piani sequenza enormi (l’incipit come si è detto, ma anche i titoli di cosa, entrambi perfetti per organizzazione e coordinamento, ma è l’ultimo che è realmente utile, dando una informazione in più), soggettive prolungate, inquadrature dall'alto perpendicolari al suolo, dolly come se piovessero, split screen e tutto quello che ci si può aspettare dal Brian.

In questo caso l’uso che vien fatto di tutti questi luoghi comuni è bellissimo e il fatto che venga tacciato di inutilità mi pare pretestuoso (il tanto rinomato PS all'inzio de “Il falò delle vanità” ha un’utilità maggiore?). quello che è certo è che il film viene affossato da troppi difetti, una trama che sfocia nell'inverosimile; un cast che non recita mai (fatto salvo per un Nicolas Cage con un personaggio ritagliato esattamente su di lui e che gli permette di essere un vero mattatore); personaggi disegnati un tanto al chilo e alcuni punti lasciati troppo verso l’oscurità.

In poche parole ora come ora non vedo in questo film il grande capolavoro di De Palma e ci vedo piuttosto un tentativo mal condotto; ma chi ama (come me) la libertà registica e l’arroganza del regista americano non potrà non apprezzarlo.

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