venerdì 22 novembre 2013

Something necessary - Judy Kibinge (2013)

(Id.)

Visto al Festival di Cinema Africano (in concorso), in lingua originale sottotitolato.

A seguito degli scontri post elettorali del 2007/2008 in Kenya, una donna rimane vedova, con il figlio in coma, la casa (con fattoria) è stata bruciata e lei è incinta dei suoi aggressori. Nonostante tutto questo (e grazie al recupero del figlio) cerca di ricominciare a vivere ricostruendo la fattoria, ma i problemi saranno appena iniziati. Il figlio odia quel posto, lei inizierà ad avere un atteggiamento ossessivo (metterà carta di giornale sulle finestre, cercherà di ricostruire tutto in maniera dettagliata, si allontanerà dal mondo); contemporaneamente uno dei suoi aggressori pentito si ritroverà, involontariamente, a lavorare per la ricostruzione della casa, dato il senso di colpa l'aiuterà di nascosto in maniera rilevante, ma neanche lui sfuggirà al passato. Tutto questo si trascinerà avanti finchè la protagonista non andrà a parlare alla commissione d'inchiesta.

Film, diciamolo subito, piuttosto scontato nella trama, per entrambe le storie. Però ha il suo punto di forza nella fattura. Se la fotografia non offre niente di che, la regia è buona; piani sequenza fatti per creare dinamismo (tutti con macchina a mano, ma direi che è comprensibile il motivo), un modo di raccontare il passato e le ossessioni della protagonista tutto per immagini, inquadrature sempre molto ampie dove gli uomini sofferenti vengono messi in rapporto con una natura immobile e rigogliosa.
Il lavoro nella regia è decisamente buono e rende più che positivo l'intero film. Un cast assolutamente adeguato evita di affossarlo in maniera indecorosa.
Niente di eccezionale, ma è una bella sorpresa.


Il film è stato preceduto da un corto "Olongo (Le ciel)" di Clarisse Muvuba. In Congo, un uomo che si mantiene facendo il cantante nei funerali immagina il casino che potrebbe succedere alla sua morte... e decide di provare a vedere la cosa dal vivo... Commediola grottesca e nera, interessante per la trama e i sottointesi, ma alla fin fine i tempi dilatati e la scrittura approsimativa l'affossano.

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