mercoledì 26 febbraio 2014

Il capitale umano - Paolo Virzì (2014)

(Id.)

Visto al cinema.

Le storie di due famiglie si incrociano per la relazione fra i due figli neo maggiorenni. Da una parte l'alta finanza, la famiglia ricca con padre assente e impositivo e la madre svuotata e in cerca di un'identità. Dall'altra la famiglia borghese standard, non sono ricchi, ma non stanno male, il padre però ha una voglia smodata di assomigliare al consuocero e fare soldi, facili e veloci, e si gioca tutto. I due figli tengono in piedi una relazione di facciata per il bene delle famiglie, ma tra poco tutto crollerà. Sarà sufficiente il capitale umano, rappresentato da un ciclista investito e non soccorso ad accelerare gli eventi e a far uscire allo scoperto i personaggi

Virzì dirige un drammone che non ti aspetti, venato di velleità noirish assolutamente funzionanti. E in aggiunta Virzì dirige sempre benissimo. molti primi r primissimi piani, qualche macchina a mano, novità che rendono più chiuso un mondo già chiuso e più instabile un mondo già instabile. Una fotografia gelida come le relazioni umane ed il solito uso delle location sempre utili, ma mai da cartolina fa il resto. Poi il cast è sostanzialmente perfetto (personalmente non ho simpatia per la Bruni Tedeschi, quindi il fatto che l'abbia trovata fuori luogo può essere una questione di pelle), condotto magistralmente; personalmente ho ammirato tantissimo soprattutto i due comprimari, la Golino e Gifuni.

Detto ciò la storia è condotta a capitoli, in ognuno dei primi tre gli stessi eventi sono mostrati dall'ottica di uno dei personaggi, il quarto è la conclusione degli avvenimenti. Indubbiamente le sceneggiature di Virzì hanno tutte gli stessi difetti; i ricchi sono tutti arroganti e distaccati se non sono soli e tristi, i medio-borghesi tutti caciaroni e arrivisti, ma sostanzialmente stupidi. Questo il limiti ed il marchio di fabbrica. La struttura a capitoli però rende accettabile i soliti luoghi comuni. Il terzo personaggio poi, la ragazza, un pò come in "Tutta la vita davanti" è il personaggio positivo, ma pieno di contraddizioni che unisce gli altri personaggi e quella parte della storia determina un cambio di prospettive su quanto successo che da un senso al film.

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