mercoledì 19 febbraio 2014

Il tesoro dell'Africa - John Huston (1953)

(Beatr the devil)

Visto in tv.

Una coppia di pacifici inglesi in procinto di partire per l'Africa, ma bloccati in Italia per una problema della nave, entra in rapporti con Bogart, avventuriero in affari con un gruppo di buffi personaggi. La coppia di inglesi verranno invischiati in questioni più ampie di loro, ma ne usciranno con stile.

Una farsa sul tema noir che ha contraddistinto i migliori film di Huston, in sostanza una presa in giro di se stesso. La storia è un'ironica e confusa versione del classico film con Bogart scritta, anzi co-scritta, (ma sarebbe meglio dire improvvisata, visto che veniva scritta giorno per giorno) da un Capote incredibilmente divertente, ma british e privo di ogni logica nel far muovere i personaggi.
Huston dal canto suo si fa notare in alcune svolazzanti scene in esterno, in diverse scene in interni con i suoi piccoli piani sequenza e nella continua costruzione delle scene a più livelli, pur senza avere una profondità di campo che permetta una messa a fuoco completa.

Poteva essere un film piacevole; ed invece è un'agonia.
Apprezzo le versioni originali, ma non sono un giannizzero dei sottotitoli; qui però il doppiaggio è criminale; ammazza tutto, appiattisce tutti, rende nevrastenici dopo 15 minuti (che sembrano 45); e ripeto, tutto solo per colpa del doppiaggio. Non pensavo si potessero fare così tanti danni con voci sbagliate, piatte e fuori sincro, ma Bogart sembra invecchiare in ogni scena, Lorre è un piatto ectoplasma, la Lollobrigida e la Jones potrebbero essere una qualunque attricetta svampita anni '50. Un delitto continuo.
Credo che di per se il film non risulti molto riuscito neppure in originale; ma così è davvero una tortura.

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