venerdì 26 dicembre 2014

Fantasmi a Roma - Antonio Pietrangeli (1961)

(Id.)

Visto in Dvx.

In una palazzina in centro a Roma vivono un gruppetto di fantasmi, alloggiati presso un anziano nobile decaduto, alla morte di questo si troveranno per casa il nipote. Voglioso di soldi il giovano vorrebbe vendere il palazzo, ma i fantasmi lavoreranno di concerto per non perdere la casa, arriveranno anche a chiedere la consulenza di un pittore del 500.

Questo è un film delizioso. Il termine delizioso di solito non lo uso, neppure per il cibo, neppure per i coniglietti o i cuccioli di foca. Ma questo è proprio un film delizioso. Una commedia delicata, divertente, dal ritmo calmo, ma sempre ben tenuto, una galleria di personaggi che non inventano nulla, ma sfruttano gli stilemi sui fantasmi e i luoghi comuni sugli attori per creare i personaggi e le situazioni; tutto però diluito nella delicatezza. Cast enorme che si muove con grazia incredibile e, come già detto, fa il luogo comune di sé stesso, Mastroianni fa il solito donnaiolo (ma senza gli estremismi di Fellini) e altri due personaggi, Milo fa la ragazza svampita (personaggio piuttosto secondario), Gassman è un sanguigno artista anticlericale, Buazzelli un frate corpulento e bonaccione ed infine De Filippo nelle vesti del nobile (di pedigree e di intenti) decaduto, intellettuale e reazionario (pur avendo l'apertura in solitaria è il personaggio meno sfruttato, si poteva fare di più).
I rapporti tra i morti e i vivi si esauriscono in gag e giochi prevedibili, ma organizzati perfettamente (dato che i vivi non possono vedere i fantasmi); unica scena che si discosta dallo stato di quieta commedia è quella di Mastroianni con la ballerina nel locale, nel mood generale stride, ma alla fine risulta innocua.
Tra gli sceneggiatori Flaiano e Scola.

Non è un capolavoro, ma un film da recuperare di sicuro.

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