lunedì 23 febbraio 2015

La città delle bestie incantatrici - Yoshiaki Kawajiri (1987)

(Yôjû toshi... AKA Wicked city, AKA la città delle belve)

Visto in Dvx.

La razza umana è in perenne attrito con le creature del "lato oscuro", mostri mutaforma che, usualmente, si trasformano in donne bellissime per sedurre gli uomini e succhiarne (...) ogni energia durante l'amplesso. Da secoli questo stato di cose è tenuto a bada da accordi ufficiali (ma tenuti nascosti) fra gli illuminati delle due razze, anche se i terroristi e le violazioni dei trattati sono continui. Dopo un trentennio si stanno per firmare dei nuovi accordi a Tokyo; un umano, esperto di lato oscuro, arriva dall'Italia per presenziare alla cerimonia (senza di lui gli accordi salterebbero). Inutile dire che avrà bisogno di una scorta per poter superare la notte in vista della firma del giorno successivo. La scorta viene formata affiancando un uomo con una donna del lato oscuro. Verranno attaccati, rapiti, feriti fino alla conclusione... a sorpresa.

Film dalla trama esile (è tutta una fuga dagli assalti dei cattivi), ma esplicito nelle scene di violenza e di sesso. La violenza (sempre presente, ma non disturbante) ha il gusto e lo stile di Ken il guerriero. Il sesso invece è evidentemente il vero motivo per cui si è deciso di fare questo film (esplicito e pervasivo all'interno della pellicola); questo, nelle intenzioni, non doveva essere un thriller erotico, ma un vero e proprio hentai da esportazione, difficile altrimenti capire perché mettere una scena di tentacle rape o decretare la morte della donna ad opera dei demoni a colpi di gangbang.

L'animazione è piuttosto piatta e non particolarmente soddisfacente; i personaggi dalla personalità inesistente, l'unico costruito un minimo è la spalla comica maniaco sessuale nelle vesti del vecchio italiano (figura molto diffusa negli anime, ma altrettanto irritante).

L'unico vero motivo di interesse (a parte il sesso of course) è rappresentato dalle trasformazioni delle creature del lato oscuro; il film regalo un vero catalogo degno di Cronenberg, dalla donna aracnoide dell'impressionante incipit (completa di vagina dentata ben prima di "Denti"), alla donna che si scioglie, dall'uomo con i tentacoli e l'ombra allungabile, alla citazione de "La cosa" di Carpenter (citazione ben fatta, anche migliorata e ben utilizzata) nella sena dell'aeroporto.

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