venerdì 29 maggio 2015

La figlia del vento - William Wyler (1938)

(Jezebel)

Visto in Dvx.

New Orleans, metà ottocento, una ricca ereditiera locale è promessa sposa di un illuminato Fonda; lei è una ostinata rivoluzionaria (nei costumi locali); lui pur essendo innovatore sa che non vanno urtati gli altrui sentimenti; quando lei esagererà lui se ne andrà. Lei lo aspetterà sempre, ma quando lui tornerà lo farà con la nuova moglie. Un'enorme epidemia di febbre gialla darà alla protagonista la possibilità di riscattarsi.

Pochi anni prima la Davis era una sconosciuta, ma fattasi rapidamente una delle migliori carriere di sempre riuscì ad ottenere la possibilità di scegliere i copioni. Per questa sua libertà rifiutò di girare "Via col vento" (non gli andava il coprotagonista designato, Errol Flynn). Rendendosi conto dell'occasione perduta (era una megaproduzione con tutto il marketing che ai tempi ci si poteva permettere) volle fortemente avere un film con cui sfidare la corazzata di Selznick. Per suo volere venne costruito questo drammone, che come il rivale, fu ambientato nel sud, fu un film in costume e la protagonista subì il dramma (non della guerra, ma) dell'epidemia.

Il film si può quindi vantare di avere un grandioso cast perfettamente in parte (Oscar alla Davis) e una spesa in costumi e interni da fare invidia. Venne anche ingaggiato un ottimo Wyler che, senza troppi svolazzi, si mise a costruire scene su più piani (purtroppo senza ancora essere supportato da Toland e la sua profondità di campo).
Quello che però manca è il colore, che in "Via col vento" verrà utilizzato in maniera perfetta, dando molta più enfasi ai costumi e sottolineando la bellezza dei fondali (oltre che organizzare una fotografia che darà vita alle scene in controluce con la luce del tramonto).
L'altro dettaglio mancante è la sceneggiatura. In questo film c'è un'ottima tendenza a sottolineare i desideri dei protagonisti senza farli dire esplicitamente (come esempio valga la bella sequenza del ballo dove la Davis fa di tutto per andare vestita di rosso pentendosene dopo poco e cercando d'andarsene, ma a quel punto sarà Fonda o volerla punire). Uno sforzo utile a rendere ancora godibile il film, ma alla fin fine quello che rimane è la storia di una ragazzina viziata che si pentirà delle sue malefatte e cercherà di espiare tramite l'amore e il sacrificio, tutt'altra cosa rispetto a quella splendida stronza di Rossella, costretta e ricominciare da capo per non soccombere, e del suo degno compare.

Questo film batté sul tempo "Via col vento" uscendo un anno prima. Non credo ci sia però bisogno di aggiungere chi vinse questa sfida a distanza.

Nessun commento: