lunedì 28 settembre 2015

Fuoco fatuo - Louis Malle (1963)

(Le feu follet)

Visto a un cineforum.

Un giovane borghese fa il giro di amici e conoscenti alla ricerca di un rifugio, di un gesto umano o semplicemente di un'opinione sulla vita che gli faccia cambiare idea... infatti lui vuole suicidarsi.

A soli tre anni di distanza da quel capolavoro di anarchia di "Zazie nel metrò" Malle torna alla moda del momento, la Nouvelle vague. E dalla Nouvelle vague attinge il peggior difetto: una buona regia che corona il cazzeggio intellettuale,
Si perché la regia è buona, con una macchina da presa sempre in un delicato movimento, pedina e circonda il protagonista senza mai farsi notare (una sorta di Godard degli inizi con le mani di fata)
...però la storia è di un intellettualismo supponente che fa spavento, di una pretenziosità imbarazzante sul senso della vita e sul distacco fra le persone... ma tutto sommato neppure questo è il vero problema; il problema è che se ti capita di addormentarti al cinema e quando ti svegli riesci comunque a capire tutto quello che sta succedendo allora vuol dire che il ritmo non è lento, ma immobile; il problema è che se passi più tempo a guardare l'orologio che lo schermo allora vuol dire che anche un Sector regalato da tua nonna per il tuo diciottesimo compleanno ha più appeal del film!

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