venerdì 2 ottobre 2015

Carnage - Roman Polanski (2011)

(Id.)

Visto in DVD.

Due coppie di genitori si trovano a casa di una delle due per dirimere civilmente l'aggressione avvenuta fra i rispettivi figli. Tra quattro personaggi tutti abbastanza fastidiosi e moraleggianti (e ipocriti) la falsità e l'antipatia reciproca si percepiscono subito, ma esploderanno nell'accavallarsi di piccoli eventi e di enunciati moralistici che ci saranno.

Polanski è un regista d'appartamento, questo lo si è visto molto spesso, quindi si sa che gli spazi verranno gestiti perfettamente (e anche in questo caso con una regia vivace senza essere dinamica, ma basandosi tutta su inquadrature sempre diverse e molto geometrica).
Quello che risulta più buffo è che questo è il film realizzato nella clausura forzata degli arresti domiciliari per il regista; l'ambientazione tutta in un'unico interno quindi sempre più una citazione di sé stesso e la conclusione in cui si mette in dubbio la differenza fra vittima e carnefice appara proprio coma un perorare la propria causa.
Per fare questo enorme spot a sé stesso Polanski scegli quattro attori straordinari; se eravamo tutti convinti delle capacità enormi della Winslet, questo è il primo film di un certo livello per una Foster che sembrava dimenticata (e dalla prova che fa ci aggiungerei un "ingiustamente"), è il primo film di pregio di Waltz post Tarantino ed è la prima parte importante in un film serio per un Reilly mai abbastanza sfruttato. Il film, si basa molto sulla regia, ma per lo più sull'interpretazione di questi quattro mastodonti; e loro non deludono. Certo l'indirizzo è quello di andare sopra le righe, di essere irritanti e stupidi e quello di avere una recitazione molto teatrale; ma questo quattro lo fanno alla perfezione, senza mai compromettere il risultato.
L'unica vera mancanza è nella sceneggiatura. In realtà è molto ben scritta, veloce, ironica, a tratti grottesca, compie degli ottimi giochi di alleanze presto distrutte fra i 4; il problema è la volontà di imporre una tesi e il tono moraleggiante (moraleggiante nello sfottere tutti i suoi personaggi) per raggiungerlo; come molte opere teatrali di questo tenore è un'opera che piace vedere (e rivedere), ma ci si dimentica velocemente.


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