venerdì 16 ottobre 2015

Sopravvissuto. The martian - Ridley Scott (2015)

(The martian)

Visto al cinema.

Un astronauta, creduto morto dai compagni, deve sopravvivere su Marte, facendo affidamento soltanto sugli oggetti rimasti e sulle sue conoscenze. Intanto alla NASA si rendono conto che lassù qualcuno si muove e si organizzano, con piani disperati, per mettersi in contatto e per recuperarlo.

Questo è un film di fantascienza che si pone all'opposto di tutto quello che si è visto finora. Si pone all'opposto perché non c'è mai eroismo, solo la banalità di un essere umano che per poter sopravvivere deve andare avanti nonostante tutte le sfighe. Un essere umano bonacciona, goffo, goffamente simpatico.
Questo è un film di fantascienza con viaggi su Marte che però pone il nerdometro oltre i limiti finora raggiunti. Tutto, dalla più ovvia delle idee (concimare le piante con le proprie deiezioni) alla più folle (lanciare una navicella senza finestre, ma un telo di plastica a protezione, nello spazio per farla acchiappare al volo a un astronauta che volteggia), tutto è precisamente spiegato, scientificamente accurato, tecnicamente plausibile (più o meno). Tutto viene mostrato con una figaggine che solo un nerd innamorato dell'argomento poteva dargli, ma anche così riesce apprezzabile e chiaro, ma soprattutto ha l'idea più intelligenti circa le cose che si trovano su Marte, solo gli oggetti che negli anni gli abbiamo lanciato noi dalla Terra (sembra poca cosa, ma avrà un peso notevole nella vicenda e nella sua essenzialità è geniale e pulito e crea un enorme pianeta vuoto come unico compagno di un uomo solitario).
Per il resto vengono creati una serie di personaggi di contorno piuttosto banali, ma efficaci. Nessun malvagio menefreghista, ma nessun eroe in pectore, solo una serie di figure (di solito) grigie che fanno il loro lavoro e accettano l'eroismo quando vengono obbligati (moralmente). I dirigenti NASA o quelli dell'agenzia spaziale cinese o della JPL, chiunque poteva diventare un vibrante eroe come in "Apollo 13", invece tutti si limitano a ricoprire il proprio ruolo.

A questo si contrappongono due difetti importanti. I difetti sono troppa enfasi e poca enfasi.
Ogni svolta narrativa, ogni idea, ogni tentativo o possibilità vengono sottolineati e spiegati con un'enfasi e una retorica imbarazzanti (perché devi scherzare il capo della NASA per spiegargli la tua idea per riportare a casa l'astronauta? perché usare un quadro sulle pareti della mensa per avere una mappa di Marte? davvero alla NASA non ne avete una versione su computer?).
La poca enfasi invece è quella che non viene messa nelle situazioni critiche, nelle esplosioni e nei volteggi nello spazio, nei lanci di nuove navicelle che non sappiamo se riusciranno o meno; li si sarebbe potuto schiacciare l'acceleratore a mille, si è scelta la continenza e l'empatia diminuisce notevolmente peccato.

Quello che viene fuori in definitiva è un buon film ambientato nello spazio senza la pretenziosità di un "Interstellar" (e tutto sommato io a un film non chiedo nulla più di un astronauta lasciato da solo).

PS: ma che Damon sia stato scelto perché era già stato lasciato da solo su un pianeta morto proprio in "Interstellar"?

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