lunedì 7 dicembre 2015

Crimson Peak - Guillermo Del Toro (2015)

(Id.)

Visto al cinema

Per la trama vedere qui.

La prima cosa che va detta è che questo non è un horror. Non fa mai davvero pura, ma neppure la vuole fare, siamo più dalle parti del thriller in un ambiente gotico, siamo più dalle parti del melodramma vagamente hitchcockiano (dove per vagamente intendo che grida Rebecca a ogni inquadratura).
La scelta è da una parte in linea con il Del Toro che conosciamo ("Il labirinto del fauno" non era un horror, sfruttava solo quell'immaginario weird fantasy), mentre dall'altra è un'operazione che io condivido sempre, perché dimostra che l'horror non è solo il genere più maltrattato del mondo, ma è uno stile applicabile anche a storie diverse.
Inoltre l'idea alla base del film, quella dei fantasmi come allegorie del passato (urlata all'inizio del film e giustificata con la chiusa dei titoli di coda) anche quella rimane in linea con il pensiero standard di Del Toro. In tutti i suoi film il sovrannaturale vive in un mondo parallelo al nostro e le sue ingerenze non sono determinanti per le nostre vite, ma cercano di aiutare o rallentare a seconda dei punti di vista.
Inoltre, sempre in linea con le capacità già note del regista, c'è la tendenza a creare immagini in maniera preponderante rispetto alla capacità di creare una storia. Anche qui mi trovo d'accordo con Del Toro, e non posso fare a meno di sforzarmi notevolmente per cercare di ricordare nel dettaglio la trama del già citato "Labirinto del fauno", mentre molte delle creature e delle immagini di quel film sono diventanti punti di riferimento culturale, anche se non fondamentali per la trama stessa (su tutte l'ovvio creatura con gli occhi sui palmi delle mani). E poi siamo sinceri, quando mai la trama di uno qualsiasi dei film horror di Bava (quindi tolgo fin d'ora dal conto "Cani arrabbiati") è determinante per la qualità dell'opera?

Quello che qui viene aggiunto, invece, è un'idea di mondo in linea con il miglior Tim Burton (anche se sembra realizzata dal kitschissimo Burton contemporaneo), come in molti (tutti?) hanno già avuto modo di sottolineare. Un mondo dove le creature esteticamente terribili (gli outsider di una società illuminista) non sono malvagie, ma aiutano i buoni; e dove i nobili affascinanti nascondono segreti incestuosi e terribili. Un concetto non in linea con Del Toro che però non appesantisce. La realizzazione estetica è barocca e oppressiva come nel Burton moderno, ma si salva per un uso accortissimo dei dettagli e dei colori (quelli si, chiassosi e presi pesantemente da Bava, ma lavorati da uno che sa giocare benissimo con le immagini; e questo vale in sé un intero film).
Infine la realizzazione barocca si slava per il non insignificante dettaglio della casa. La dimora inglese isolata e "viva" che faccia da personaggio a sé è un'idea abusata come poche altre... tuttavia qui è forse l'idea principale, anzi l'idea migliore mai avuta da Del Toro. Sfruttando tutti i cliché sull'argomento, raggruppandoli e utilizzandoli alla meglio crea qualcosa di enorme. Un edifico metaforico e reale allo stesso tempo; enorme e possente come il casato di un tempo, ma costantemente marcescente, rovinato dall'incuria e dal tempo atmosferico (i cui strali non riesce a tenere fuori dalle sue mura dato il tetto sfondato), piena di fantasmi del passato, di rumori e scricchiolii, respiri e ansiti già condannata al lento sprofondare nella terra e talmente pregna di eventi negativi da trasudare melma rossa dalle assi dei pavimenti o dalle tubature (la casa stessa che sanguina). Niente di nuovo, ma tutto giostrato da dio e con il dettaglio della terra rossa che rappresenta l'ideale salvezza e il denominatore comune di tutta la vicenda.

In definitiva un film che nel comparto visivo (dove più ci si aspetta qualcosa da Del Toro) funziona perfettamente.
La storia banale e un pò troppo enfatica per me non rappresenta un vero problema. Il problema, casomai, è nella gestione dei tempi, un ritmo mai sostenuto (ma anche mai mollato del tutto) che aiuta a introdurre, ma non accelera quando dovrebbe e un climax che sembra sempre stare per arrivare da qualche parte per poi disattendere le aspettative. Questi sono i veri problemi con cui un film di questa portata deve fare i conti e, innegabilmente, soccombe.

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