venerdì 26 febbraio 2016

Fase IV: distruzione terra - Saul Bass (1974)

(Phase IV)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Le formiche, a causa di una mutazione, diventano piuttosto intelligenti, si uniscono nonostante le differenze di specie, si organizzano e progettano la conquista del mondo. Un'operazione composta di 4 fasi; questo film è la descrizione delle prime 3 e la storia della lotta fra le formiche in fase di riorganizzazione e i primi due scienziati accortisi di cosa sta succedendo.

La storia detta così sembra l'ennesima vaccata anni '70, ma in realtà non lo è. Non è un disaster movie come mi aspettavo, né un sci-fi decerebrato sul modello di "La notte della lunga paura"; è un film di guerra vero e proprio (tecnicamente di assedio), ma è anche un thriller con uno scontro fra menti, in cui il nemico è una moltitudine silenziosa; è un film psicologico, ma si concluede dimostrando di essere l’inzio di un film apocalittico; una trama che è anche la dimostrazione della diplomazia al lavoro prima dello scoppio di una guerra. Non è un film d'azione, anzi c'è molto dialogo, anche perché la fase quattro del titolo infatti, è quella che comincia con la fine del film.

Al di là della trama pi alla regia c'è Saul Bass, uomo che ogni cinefilo snob (e non) conosce benissimo come creatore di alcuni dei più famosi titoli di testa degli anni '60, ma qui è per la prima (e ultima) volta regista di un lungometraggi. Direi che la sua passione per l'estetica rigida e dalle forme geometriche sia evidente. Molti oggetti, scenografie e location sono forme geometriche spigolose (la base scientifica, le torri delle formiche, la città abbandonata con le sue strade); inoltre c'è un gusoto enorme nella costruzione delle scene sfruttando panfocus, inquadrature oblique e piccoli movimenti di macchina, ma soprattutto utilizzando gli elementi a disposizioni in maniera estetizzante (ancora una volta le torri delle formiche che si stagliano contro il cielo, gli spruzzi di insetticida giallo, o le formiche raccolte dentro al contenitore di vetro) e, spesso, simmetrica, ricorrendo anche a giochi di montaggio quando ha bisogno di aumentare il pathos (le formiche uccise dall’insetticida affiancate agli uomini che cercano di raggiungere la base). Nel finale c'è anche una breve sequenza onirica che potrebbe essere un perfetto titolo di testa che spiega, in modo criptico, il film.

Vanno inoltre elogiate in maniera particolare tutte le sequenze con le formiche in primo piano. Soprattutto l'incipit; magistrale nella sua semplicità, le formiche vengono trattate con tale dignitià ed enfasi (pur nelle loro attività normali) da renderle degli alieni che ordiscono piani di conquista; con un’attenzione enorme alle (piccole) scenografie, alle luci colorate e ai suoni (aumentati o apposti anche se non realistici come il “respiro” della regina) ha creato un cortometraggio muto che potrebbe essere documentaristico e invece è completamente sci-fi/thriller.
Da ricordare anche il dinamismo di quello che si può definire "l'inseguimento" della formica giallo-verde sullo scaffale e poi tra le macerie sul pavimento.

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