mercoledì 24 febbraio 2016

Frankenstein's army - Richard Raaphorst (2013)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Seconda guerra mondiale, un gruppo di soldati russi cercano di raggiungere una squadra di connazionali che manda messaggi radio di aiuto senza riuscire a riceverne. Giungeranno in un paesino appena abbandonato dai nazisti e troveranno orribili creature ad attenderli.

Quando ho cominciato a guardare questo film non sapevo molto al di là della locandina e del titolo (motivi più che sufficienti per titillare il mio gusto camp); ci si può quindi immaginare cos'ho provato nel notare che era un found footage... un found footage nella seconda guerra mondiale!!!? Ci rendiamo conto?!!! Diciamo che è stato un brutto, bruttissimo momento.
Beh la scelta di base è la nemesi della sospensione dell'incredulità. Se poi ci si aggiunge che gli attori parlano tutti i inglese con un pesante accento russo o tedesco ci si chiede cos'è successo a Raaphorst, forse i suoi genitori gli hanno fatto mancare l'affetto da piccolo.
Detto questo ho trovato il coraggio di proseguire (nonostante la macchina da presa "cade" o inquadra malissimo proprio quando arrivano i mostri!... quanto odio il found footage).

Comunque l'idea di base è... attenzione allo spoiler... che Frankestein (beh il nipote di quello letterario) stia costruendo una serie di uomini/macchina da usare nella guerra a fianco dell'esercito tedesco. Per farlo utilizza gli abitanti del villaggio e gli sfortunati che capitano in zona. Purtroppo però (per i nazisti) le creature ubbidiscono solo a lui.
Ok, l'idea è cazzara in maniera inconcepibile, ma l'effetto finale di questo plot è qualcosa di fenomenale che non avevo mai visto prima: i nazisti steampunk. Non so se qualcuno ci avesse già pensato e sono io a non averlo ancora saputo, ma l'ambiente steampunk (in chiave horror) si addice perfettamente all'immaginario e all'estetica nazista; il film presenta una galleria di inquietanti e violente creature che sono da applausi. Su tutti il mio preferito è il nazista col trapano sulla faccia e che cammina sui trampoli (lo si vede in locandina), ma anche l'uomo elica è notevole.
A fronte di un'idea così buona, Raaphorst però preferisce sminuirsi ulteriormente cercando un immaginario estetico abusato... sfrutta la soggettiva offerta dal found footage, sfrutta i soldati costretti in gallerie sotterranee e le creature che sbucano fuori all'improvviso e, di fatto, cita così tanto i videogiochi che mi sorprenderebbe sapere che non ne è stato tratto uno da questo film (ma non mi prenderò la briga di scoprirlo).

Punto notevole a sfavore è che a uno come Raaphorst è difficile dare dei soldi sperando te li restituisca, quindi il budget non è molto sostanzioso e, a fronte di un'estetica generale apprezzabile (anche se molti dei mostri secondari sono stati presi brutalmente dai robot o dagli alieni della fantascienza anni '50 in versioni nazi), la messa in esecuzione non rende adeguatamente. In definitiva tutte le creature sono degli sventurati malcapitati a cui Raaphorst ha messo addosso ingombranti e complicati costumi, inevitabile quindi che i mostri si muovano proprio come i suddetti robot degli anni '50; sono lenti, goffi e riescono a colpire i soldati russi giusto per culo, non per capacità.

Che dire, nel complesso questo è un film cazzarissimo, creato da un regista folle che aveva chiaramente in testa una cosa; creare dei mostri fighi e che è riuscito a costruire un film con alcuni momenti di pura maestria (la camera con i cadaveri appesi al soffitto) affiancati a idee talmente camp da far impallidire il mio sviluppato senso per i guilty pleasure (il calderone con le gambe! ne voglio uno da tenere in casa). DI fatto un film che si può guardare con l'affetto e il con cui si apprezzano le baracconate di fantascienza anni ’50.


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