lunedì 25 luglio 2016

13 Tzameti - Géla Babluani (2005)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Meno si sa di questo film e meglio è, perché la tensione creata dal sapere poco o niente (al pari del protagonista) è decisamente migliore.
Per chi vuole sapere qualcosa in più, parla di un giovane manovale georgiano che, sistemando il tetto di una casa privata si imbatte in strane discussioni piuttosto oscure che fanno riferimento a qualcosa da fare a Parigi dove si guadagnano un sacco di soldi. E poi si imbatte nella lettera di invito per questa attività completamente sconosciuta.
(qui si c'è un pò di spoiler alert) Il ragazzo entrerà in un mondo di scommesse clandestine tra le più estreme, vi entrerà per sbaglio, ma non potrà uscirne fino alla fine delle sfide.
(stop spoiler alert).

Per chiunque non voglia saperne niente... beh si sappia che è un thriller, un film di tensione puro senza indagini, senza azione. L'inizio è un poco lento, non per il ritmo vero e proprio, ma per la totale mancanza di informazioni che si hanno in mano.

Incredibile opera prima di un figlio d'arte che azzecca perfettamente il mood senza speranza fin dall'inizio; si muove con decisione in una specie di mystery disseminato di indizi per giungere (finalmente) al nocciolo della questione dove presenta una sequela di scene ripetitive sempre con punti di vista diversi, movimenti di camera dinamici e occhio sempre nuovo in un crescendo di tensione efficace (anche se, e qui c'è l'unico neo, la tensione poteva essere anche superiore). E per finire riesce anche a ottenere un finale più amaro di quanto ci si aspetterebbe.

Se l'operazione dietro la macchina da presa è lodevole fin dall'inizio (e da il meglio di sé nell'oscuro finale), va però sottolineata la fotografia che sfrutta un arido bianco e nero per aumentare il senso di claustrofobia. Nella prima metà il film è soprattutto bianco, sfruttando gli esterni ariosi e interni illuminati; la seconda parte invece gioca tutto sul nero, in interno soffocanti ed esterni notturni che quasi fanno invidiare gli esterni.
Inoltre è perfetto il lavoro fatto nella celta degli attori per la parte finale, una galleria di freak o emarginati, ognuno per motivi diversi, ognuno normale se preso da solo, ma buttati insieme costruiscono un perfetto effetto zoo.

Duro, spietato, senza speranza e realizzato da dio.

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