venerdì 1 luglio 2016

Primer - Shane Carruth (2004)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Due amici ingeneri di quelli fini che lavorano nel garage stanno costruendo una macchina... non ricordo con quale scopo. Toh che fortuna, la macchina appena costruita viaggia nel tempo, ma solo tra due punti specifici (l'accensione e lo spegnimento); quindi niente visita ai dinosauri, ma sono abbastanza ore per poter giocare in borsa (vincendo) e per poter aggiustare un paio di problemi sociali. Ma si sa, a giocare con i viaggi nel tempo si finisce per creare paradossi.

"Primer" è importante perché ha dimostrato che la fantascienza a basso costo (se rinuncia agli effetti speciali) può funzionare benissimo. Con un'idea forte, una parte introduttiva che permette di spiegare (non troppo chiaramente) i meccanismi fisici alla base, un'estetica mumblecore e un ritmo da thriller si può creare qualcosa di ottimale. Senza questo film, forse non avrebbero mai realizzato quel piccolo gioiello di "Coherence".
Si la presa diretta della scifi da appartamento rende bene; se si superano i primi dieci minuti di supercazzole che giustifichino l'intera trama l'effetto finale è garantito.

Fatto con due euri si può soprassedere alla scarsa qualità dell'immagine; mentre non si può non notare l'intelligenza dell'idea (che introduce un viaggio nel tempo del tutto atipico) e un mood generale sempre inquietante (anche le chiacchiere fra colleghi dell'inizio hanno un effetto perturbante).

Non impeccabile, non chiarissimo, ma ha un'idea esportabile che rivitalizza un genere altrimenti preda solo delle grandi produzioni. E comunque rimane un film con una trama di prim'ordine dai colpi di scena assicurati.

PS: per chi proprio non riesce a capire come funzioni; qui sotto uno schema

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