venerdì 19 agosto 2016

Il magnifico cornuto - Antonio Pietrangeli (1964)

(Id.)

Visto in Dvx.

Un uomo della borghesia di Brescia ha una (breve) relazione con un'amica della coppia. Da quel tradimento comincerà a farsi strada il dubbio... se lui è riuscito a tradire la moglie e a farla franca, allora anche la moglie potrebbe tradire lui e non farsi scoprire. L'uomo entrerà in un loop che lo porterà sempre di più verso l'ossessione.

Commedia grottesca di un Pietrangeli in piena forma. Tratta da un dramma francese, la sceneggiatura viene manipolata e messa in mano a un Tognazzi completamente in parte e ne tirano fuori quello che in definitiva è un dramma (la corsa in automobile per far confessare la moglie e la confessione falsa solo per farlo smettere), ma trattato con un'ironia e un gusto per la dissacrazione che sono da applausi (con continue allusioni sessuale... anche piuttosto esplicite).
Come detto Tognazzi è un valore aggiunto (scelta ovvia, ma direi doverosa), mentre la Cardinale mi è sembrata piuttosto persa, poco efficace; infine c'è la partecipazione, piuttosto defilata, di un Volonté talmente giovane da essere quasi irriconoscibile.
Dietro la macchina da presa Pietrangeli fa i miracoli; con un dinamismo molto vicino a quello del successivo "Io la conoscevo bene", ma senza quegli eccessi, costruisce un film veloce e molto interessante con diverse sequenze oniriche (le fantasie ossessive di Tognazzi) girate con ancora più libertà; il tutto fotografato in uno splendido bianco e nero.

Unico neo il minutaggio eccessivo che provoca inevitabili ripetizioni e, verso la fine, qualche sbadiglio. Peccato perché sarebbe stato un capolavoro di cinismo, invece così rimane un ottimo esempio di commedia italiana del periodo.

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