lunedì 1 agosto 2016

Weekend - Andrew Haigh (2011)

(Id.)

Visto a un cineforum, in lingua originale sottotitolato in spagnolo.

Nella provincia inglese un ragazzo gay si porta a letto un altro ragazzo. La mattina dopo il distacco sarà più difficile del previsto; si rivedranno nel giro di pochissimo tempo, anche perché il ragazzo appena conosciuto alla fine di quel weekend dovrà partire per gli USA per due anni.

Togliamo subito tutti i dubbi: questo è un film romantico, molto chiacchierato, girato con una macchina da presa a mano. Mi pare che abbia solo caratteristiche negative...
Invece, la netto di qualche lentezza di troppo (davvero, i film quasi interamente chiacchierati mi sono difficili da portare a termine) si dimostra incredibilmente digeribile ed estremamente interessante in maniera molto simile, all'altrettanto chiacchierato, ("Prima dell'alba").
La macchina a mano molto mobile non è mai lasciata a sé stessa, ben controllata rende il film estremamente verosimile senza essere disturbante; intercalata com'è con intermezzi statici degli ambienti (per lo più case popolari) dove si muovono i personaggi in maniera incredibilmente affine ai lavori di Rosi.

Al di là della regia utilitaristica e non fastidiosa, il film vince per la semplicità (apparente) dell'argomento; una storia d'amore rapidissima messa in mano a due protagonisti combattuti. Combattuti dal desiderio di una relazione nonostante la conoscenza di una notte, il desiderio di frequentarsi senza sentirsi il giogo di una relazione (da parte del coprotagonista), il desiderio di una storia continuativa scevra dalle ipocrisie borghesi (forse il punto più debole e patetico del film messo in bocca al protagonista che ha velleità artistiche... luogo comune ormai inaccettabile, ma tuttavia toccato in maniera superficiale) infine il desiderio di una storia continuativa nonostante l'impossibilità di poterla avere.
Film tenero e dal sentimento privato che diviene universale girato bene e messo sulle spalle di due attori fantastici (perfetti per la parte, soprattutto Cullen che è un maestro nel mostrare sentimenti trattenuti).

La questione dell'omosessualità è decisamente sullo sfondo, ovviamente affrontata (l'outing, l'accettazione da parte della famiglia o degli amici, i rumori di fondo dei commenti omofobi), ma non diventa mai preponderante rendendo, quello che poteva essere un film più di nicchia, un film sull'amore (e del tipo migliore, per giunta).

Nessun commento: