venerdì 28 ottobre 2016

Il pianeta selvaggio - René Laloux (1973)

(La planète sauvage)

Visto in Dvx.

Su un pianeta alternativo gli esseri umani sono animali in un mondo popolato e controllato dai Draag, creature umanoidi che allevano gli umani da compagnia, ma sterminano quelli selvatici per tutti i rischi collegati a questo animale allo stato brado. La storia segue le vicende di un umano da salotto che impara nozioni sul pianeta dove vive grazie a un apparecchio usato dai Draag al posto della scuola; fugge dalla casa dove è allevato, si congiunge agli umani selvatici e insieme tentano di ricostruire una civiltà.

Il film è un'animazione di scarsa qualità, ma dalle molte idee che dovrebbe essere riscoperta. La qualità dell'animazione, come appena detto, non è ai massimi livelli, si notano le limitazioni produttive o tecniche dell'epoca, ma per essere un'opera prima è comunque di livello accettabile. Quello che fa più la differenza è il tratto, naif e perturbante insieme, di Topor che crea inquietudine anche con i soli paesaggi e appare evidentemente interessato a creare un mondo articolato e complesso (per il tratto e la fantasia zoologica e botanica mi sembra fare il paio, e chissà non sia stato lo spunto, del Codex Seraphinianus). Interessanti inoltre gli influssi surrealisti perpetrati dal disegnatore, con oggetti che sembrano tratti da Dalì e situazioni bretoniane.

L'altra intuizione interessante (oltre al coinvolgimento di Topor) è l'ntroduzione nel cinema dell'antispecismo, la situazione per cui gli esseri umani non sono le creature al top dell'evoluzione. Un cambio di prospettiva drastico che riesce a rendere inquietanti anche le lunghe scene iniziali di vita quotidiana dei Draag, scene che di per sé sarebbero totalmente scevre di emozioni.
Nel computo finale vanno anche considerate in positivo l'uso delle musiche e dei suoni.

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