lunedì 20 febbraio 2017

L'impero colpisce ancora - Irving Kershner (1980)

(Star Wars: Episode V - The Empire Strikes Back)

Visto in VHS.

Qui per storia e dettagli tecnici e trivia ecc.

Questo film si trova a  dover gestire un successo inaspettatamente epico derivato dal primo episodio. Quello che viene realizzato è (a mio avviso) l'episodio migliore della serie; perde molto in action, ma guadagna in avventura; viene lasciato più spazio ai personaggi (dettaglio poco presente nel primo, ma che era riuscito egregiamente a superare senza colpo ferire) introducendo il gustoso duellare (metaforico), viene introdotto un ulteriore background al personaggio di Ford, si pregia di creare il twist plot più importante (e spoilerato) della storia e prosegue nel suo filone simil kung fu con le ottime sequenze dell'allenamento di Luke fatto da Yoda.
Al di là del noto colpo di scena, il pregio principale di questo secondo capitolo è il fatto che riesca ad accontentare l'hype più grosso che si portava dietro dal primo, la questione Jedi; ovviamente per farlo deve però demolire qualcosa. I Jedi (di cui Obi Wan sembrava l'ultimo) si moltiplicano e da figura mitologiche diventano dei potenti guerrieri uniti in una setta abbastanza vivacchiante; la misteriosa forza dai limiti indefinibili del primo capitolo diventa molto simile alla telecinesi; ma se tutto questo fa perdere splendore, riesce comunque a tirarne fuori le sequenze dell'allenamento che rimangono tra le migliori e a dare una continuità a Skywalker che diventerà l'elemento centrale. Distrugge per poter mantenere tutto come si trova.

Ottima anche la costruzione dei personaggi di contorno; come già si poteva notare nel precedente e come si noterà ancora di più nel successivo, la creazione di mondi non è dettagliata, ma assolutamente aperta lasciando enormi potenzialità che danno spessore senza dover aggiungere nulla alla trama e, soprattutto, i personaggi che pullulano in quei mondi sono adattati all'ambiente circostante; esemplare in questo senso Yoda, un simil anfibio umanoide di piccole dimensioni e color marcescenza che vive in un mondo palude. Sono dettagli, me ne rendo conto, ma sono i dettagli che fanno la differenza tra un film ben realizzato e un sci-fi di serie B.

Tecnicamente splendida la sequenza iniziale sulla neve che vira tutto sul bianco, colore che difficilmente si vede in un film di fantascienza.

Unico neo: non è un film autoconclusivo dato che mette in piedi tutti i cliffhanger che possibili. Peccato, perché sarebbe, altrimenti, il migliore dei film possibili.

PS: e finalmente un duello con le spade laser degno di questo nome.


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