venerdì 5 maggio 2017

Bellissima - Luchino Visconti (1952)

(Id.)

Visto in DVD.

Una madre di borgata della Roma dei primi anni '50 si lascia tentare da alcun provini per partecipare a una produzione di Blasetti. Porta la sua bimba che passa la prima selezione; da li entrerà in un vortice di ossessione e personaggi ambigui che cercheranno di favorirla o lucrarci o entrambe le cose.

Partiamo dalle cose fondamentali. Questo film è, prima di tutto, un monumento alla Magnani; recita con una naturalezza che fa sembrare la stessa cosa personaggio e attrice; si mangia ogni scena, tiene banco anche solo con il suo continuo bofonchiare sconclusionato. Forse il film dove l'ho notata e apprezzata di più (mi sa che devo riguardare "Roma città aperta").

Poi dietro alla Magnani c'è un ottimo film. Un film sentimentale, ma con ironia; per 3/4 è divertente, con la protagonista caciarona che si prodiga per far diventare qualcuno la figlia meno che decenne e, senza rendersene conto, si prosegue dentro a una storia di riscatto social attraverso (o per) la figlia (che già di per sé sarebbe da lacrime agli occhi) e che si conclude con un finale agrodolce che è compendio di tutte le attese, esagerato e adatto ad un melò, ma credibile e calzante.
Anche se per me la scena emotivamente più riuscita è il litigio finale fra moglie e marito che richiama tutto il palazzo.

Dietro la macchina da presa, Visconti, si muove con la consueta delicatezza, da vita a una storia dalla cadenza neorealista, ma con quel melodramma in più che fa piacere realizzandola con una fotografia impeccabile.

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