lunedì 26 giugno 2017

Le mort qui tue - Louis Feuillade (1913)

(Id.)

Visto in DVD.

Un pittore viene accusato della morte di una baronessa (nella casa della quale viene trovato incosciente) e arrestato; in prigione verrà ucciso da una delle guardie in combutta con Fantomas; si può immaginare quale sorpresa quando saranno trovate le impronte digitali del morto sulla scena di un altro delitto. Intanto il giornalista Fandorin, apparentemente l'unico sopravvissuto dell'incendio compiuto da Fantomas nel film precedente ricomincia a indagare.

Terzo capitolo della saga di Fantomas.
Se le caratteristiche di regia sono omrai consolidate, in questo film si fanno notare alcuni dettagli nuovi. Su tutti la scena del ritrovamento della baronessa e del pittore; una sequenza realizzata con un movimento di macchina da presa orizzontale seguito da uno stacco che mostra la stessa scena da un'inquadratura leggermente spostata in maniera estremamente funzionale (per poter mettere fuori dall'immagine la porta sulla destra e includere invece una porta sul fondo a sinistra).

Inoltre è encomiabile fin dal primo film la pulizia della fotografia; nitidissima nonostante la qualità della pellicola che doveva essere utilizzata, con contrasti ottimi e una cura dei dettagli incredibile.

Cura dei dettagli che si vede anche nella realizzazione dei set, ma soprattutto nelle differenze fra set. Al di là delle inquadrature in esterni naturalistici delle puntate precedenti (semplici, ma reali), la maggior parte degli interni sono case (o palazzi) borghesi, carichi di dettagli e opulenza, a questa fa da contrappunto la costruzione di interni comuni (le celle, i corridoi o gli ingressi di appartamenti comuni o condomini) o di esterni selezionati (il canale di scolo) costruiti in maniera geometrica, molto semplice e lineare; una sorta di contrappunto fra le vittime di Fantomas e tutto il resto del mondo realizzato anche visivamente.

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