lunedì 10 luglio 2017

L'atlantide - Jacques Feyder (1921)

(Id.)

Visto in Dvx.

Un soldato francese viene ritrovato in mezzo al deserto algerino; la storia che racconterà sarà quella di un amore folle per la regina di un regno perduto che si innamora/fa innamorare di sé gli uomini per poi lasciarli morire una volta stanca di loro.

Kolossal francese ideato per fare il doppio a "Cabiria"... ovviamente non ci arriva neanche vicino, il titanismo del film di Pastrone rimane lontano; ma lo sforzo per rendere grande questo film viene in parte ripagato.

Il  minutaggio è importante, con almeno 40 minuti di intro prima di entrare nel vivo della vicenda. La struttura narrativa è moderna, realizzata tramite un flashback preceduto da altri due salti indietro che si intersecano; il problema è che tutti questi movimenti di tempo non solo utili alla vicenda, vi attaccano storie parallele non fondamentali e rendono più pesante un film pachidermico.

Le scene sono costruite con intelligenza (si pensi alla sequenza dell'aggressione con il martello; molto ben realizzati e ancora credibile), le scenografie sono buone, con fantasie molto geometriche come imponeva l'estetica dell'epoca; ma quello che determina il vero colpo d'occhio vincente sono i paesaggi. L'inutile prima parte girata realmente nel deserto algerino supera in bellezza i complicati interni della reggia; se per costruzione e trama non può competere minimamente con "Cabiria" i suoi esterni potenti vincono senza sforzo.

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