venerdì 18 agosto 2017

Teorema - Pier Paolo Pasolini (1968)

(Id.)

Visto in Dvx.

In una famiglia borghese ben strutturata entra un nuovo personaggio. Ospitato dal figlio, senza fare quasi nulla, sarà il catalizzatore di pulsioni represse e ansie di tutta la famiglia che, dopo la sua partenza, cercherà una via di fuga, un modo per nascondersi a sé stessi o una sorta di redenzione. Ovviamente senza riuscirci (solo la donna di servizio raggiungerà la santità, per gli altri, troppo altolocati, non ci sarà possibilità di salvezza).

I film a tesi non mi hanno mai entusiasmato e il 1968 in queste cose non aiuta. Un intero film sull'ipocrisia, la perdizione e l'impossibilità di salvezza della borghesia mi sembra veramente troppo (e nello specifico, anche invecchiato maluccio)... tuttavia Pasolini non si limita a essere impegnato, ma è anche un artista elegante e intelligente. Se il film nel contenuto è più enfatico (e urlato da un pulpito) che altro, a livello strutturale è ottimo; poco parlato, ma molto fluido, riesce a fare a meno dei dialoghi pur mantenendo un'espressività enorme (anzi, quando arrivano i soliloqui dei personaggi a metà film il mood crolla miseramente sotto la pesantezza di quegli intellettualismi inutili).
E se i film a tesi, per definizioni, pontificano dando ragione a sé stessi, Pasolini non fa eccezione, ma si concede un'attenzione all'allegoria che altri si sognano; la fine dei personaggi, al di là del significato, hanno qualcosa di affascinante, ma sopratutto la donna di servizio e il padre di famiglia hanno in sé qualcosa di epico, rispettivamente in positivo e in negativo.
Inoltre non si può far finta di non notare un'equilibrio nelle inquadrature che traspare da ogni fotogramma che venga estrapolato.

Pur senza citazioni dirette, questo film è il padre putativo della lunga serie di opere in cui un personaggio nuovo si inserisce e fa esplodere una famiglia (gli ultimi due che mi vengono in mente, tutti e due giapponesi, sono ad esempio "Visitor Q" o "Cold fish", quest'ultimo con un personaggio che lavora dall'esterno).

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