lunedì 18 settembre 2017

Baby driver - Edgar Wright (2017)

(Id.)

Visto al cinema.

Un autista perfetto ha un grosso debito con un boss che lo costringe a gestire le fughe dalle rapine. Pagato il debito, essendo un bravo ragazzo dal cuore d'oro, vorrebbe andarsene, farsi una cameriera, rifarsi una vita... e invece è costretto a tornare, ma farà di tutto per chiudere definitivamente con il crimine.

Edgar Wright è un regista che ha già dimostrato di gestire un intero film con il montaggio, aggiungendo un paio di movimenti di macchina da presa e una fotografia di livello crea capolavori; figurarsi se la trama può essere un fattore determinante. La storia di questo film si può raccontare in 4 righe e, a conti fatti, nel film risulta fin troppo tortuosa. Per fortuna non conta molto.

Prendendo spunto dal "The driver" di Walter Hill per stravolgerlo e tirarci fuori tutto un altro film.
Inizia con due scene, la prima un inseguimento tutto gestito con un montaggio frenetico, la seconda un piano sequenza, entrambe a ritmo di musica che danno totalmente l'idea di cosa significa fare un musical. E in quelle due scene c'è già tutto.
C'è la fotografia curatissima e un ritmo pazzesco, c'è ironia fatta di trama e fatta con la regia. Ci sono i movimenti di macchina e il montaggio (di cui già si è detto, ma si potrebbe parlare ancora tantissimo) che non servono solo a creare ritmo, ma a gestire completamente la storia e, infine, c'è la musica. Il film è una lunga playlist realizzata in base al mood più che al gusto personale, lontana dai suggerimenti di spotify così come dai gruppi fondamentali o da generi specifici. Ecco, il grande valore aggiunto che ci regala Wright è il sonoro; le musiche utilizzate in maniera emotiva, il montaggio sonoro e l'utilizzo dei suoni, la loro presenza o la loro assenza, il linguaggio dei segni e i nomi pronunciati; utili ed efficaci quanto quello dei colori.
Un film non perfetto, ma muscolare al massimo, con un tecnica perfetta che porta ad altezze vertiginose un trama sempliciotta e un cast buono, ma non completamente a proprio agio.

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