venerdì 13 ottobre 2017

Zero - Christopher Kezelos (2010)

(Id.)

Visto qui.

In un mondo di omini di lana contrassegnati da un numero, nascere con uno Zero è di per sé una condanna sociale (non aiuta che la qualità del tessuto sia peggiore). Due numeri Zero si innamorano, ma il loro rapporto è proibito (per paura della diffusione del morbo) e il lui della coppia viene incarcerato. Ma un'inattesa complicanza risolverà la stasi mostrando a tutti che cosa significa essere Zero.

Interessante cortometraggio in stop motion di tale Kezelos, autore che, per ora, si limita solo a questo genere (ma con un ottimo successo, almeno in patria). Si tratta della sua seconda opera, ma la prima d'animazione (il suo primo corto è una pubblicità per la promozione... delle banane "A tasteful bunch" incredibilmente ambiguo) e si nota subito che questa deve essere la sua strada.

In primo luogo è una delle opere in stop motion con l'animazione migliore che ricordi e direi che è già qualcosa.
In secondo luogo la trama è piuttosto banale, con la classica storia di rivalsa del diverso con happyending; tuttavia gli ultimi 30 anni di Tim Burton non sono passati invano...
I protagonisti sono dei freak a tutti gli effetti, considerati negativi in quanto tali e discriminati, ma la loro inevitabile rivalsa arriva grazie alla creazione di un freak ancora più outsider di loro a cui, però, viene data una considerazione migliore. Ma anche la confezione esterna è totalmente timburtiana, i protagonisti sembrano venire dai suoi disegni e il mondo zuccheroso in cui si muovono dagli assunti iniziali di quasi ogni suo film.
Sinceramente è una scelta che mi sorprende, in positivo; si tratta infatti di uno dei primi film che vedo prendere così apertamente sia l'estetica che il contenuto dal regista americano.

Mi risulta invece inspiegabile la scelta di mettere una voce fuori campo in un film che è perfetto come opera muta.

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