mercoledì 1 novembre 2017

Ghajini - A.R. Murugadoss (2005)

(Id.)

Visto in aereo, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Il proprietario di un'azienda di telecomunicazioni si innamora di un'attricetta che ha messo in giro la voce di essere la sua fidanzata segreta. Faranno appena in tempo a dichiararsi che lei verrà uccisa e lui aggredito perdendo la memoria... a breve termine... giurerà di vendicarsi, ma per farlo sarà costretto a tatuarsi le informazioni fondamentali circa l'omicidio... per tutto il resto si arrangerà con delle polaroid. Qui però le cose si complicano con una tirocinante in medicina che prima lo vorrebbe aiutare, poi lo incasina, poi lo aiuta di nuovo...

In che punto della trama si può gridare "Memento"? Se si considera come si sviluppa il film, più o meno dal minuto 10 (che in un film oltre le 2 ore e mezzo è come dire "subito").
Eppure questo film Tamil (prodotto nel Tamil Nadu, stato del sud dell'India, fratello povero della Bollywood che è di lingua e cultura hindi) si muove su altri binari; considerato dal grande pubblico indiano più oscuro della media, cerca incorreggibilmente di accontentare tutti. Parte come un thriller che tocca solo per sbaglio il torbido neo-noir costruito da Nolan per poi deviare (grazie a un flashback) verso la commedia romantica scioccherella per almeno 30 minuti buoni; torna quindi dalle parti del thriller con accenti action per finire il tutto con uno showdown di lotta che si mangia anche l'happy ending (se così si può definire).
Creatura chimerica segue assolutamente i gusti indiani, ma portandoli verso l'oscuro, mischiando a piacimento ogni genere che gli viene in mente di toccare con una irragionevole ingenuità che rendono ogni svolta di tono tollerabile. Il ritmo latita qui e la (rimane comunque un film di quasi 3 ore, un pò troppe per il gusto europeo), ma nel complesso il film si fa vedere senza troppe difficoltà e direi che questa è una virtù non indifferente.
L'ingenuità, naturalmente, genere anche dei mostri, ma se si accetta una sospensione dell'incredulità tarata sulle abitudini del subcontinente si riesce ad accettare tutto.
Il vero neo, a mio avviso, è aver giocato anche con materie che non si riescono a dominare. Il trhiller è semplice (e il protagonista in questa veste assomiglia di più a Hoffman in "Rain man" che a al Pearce di "Memento") e aggrovigliato, ma rimane in piedi da solo, la commedia romantica è la parte più riuscita, ma le scene di azione sono semplicemente mal girate. Le sequenze di lotta sono poco chiare, con un montaggio troppo rapido, il gusto per il dettaglio più che l'insieme, si, insomma, tutto il contrario di quello che andrebbe fatto.

PS: dato il successo del film, lo stesso regista realizzerà un remake hindi 3 anni dopo.

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