venerdì 15 dicembre 2017

Il matrimonio di Lorna - Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne (2008)

(Le silence de Lorna)

Visto in Dvx.

Una immigrata albanese si è sposata con un tossicodipendente belga per avere la cittadinanza. Alla fine dei mesi minimi di matrimonio divorzieranno, lei lo pagherà profumatamente e metterà in vendita la propria cittadinanza a altri immigrati, si sposerà a sua volta a pagamento. Il tutto diretto da un'organizzazione ben oliata. Quello che non ci si aspettava è che il tossicodipendente vede in questo matrimonio di convenienza una sorta di motivazione per cambiare la propria vita; quello che però non sa è che è stato scelto per essere ucciso alla fine del periodo facendola passare per overdose e non pagare né lui né per il divorzio. Le sue belle speranza faranno ricredere la dura Lorna che cercherà di aiutarlo.

I personaggi dei film dei fratelli Dardenne sono da sempre sfaccettati e scarsamente omologabili. Sono tutti stoici nelle scelte che vengono fatte, ma nei primi film erano decisamente dei buoni (certo, anche Rosetta tradisce il suo unico amico, ma è un atto di cattiveria dettato dalla necessità, che fa particolarmente impressione proprio perché lei è buona). Nel film precedente, viene per la prima volta presentato un personaggio negativo, ma solo per stupidità, non per volontà e, durante lo svolgimento della vicenda crescerà e diventerà il classico personaggio dei Dardenne. In questo, per la prima volta c'è per protagonista un personaggio apertamente negativo; dura, glaciale, sfrutta gli altri esseri umani per i suoi scopi. Per tornare sul tracciato dei film precedenti dovrà esserci una vera redenzione; diventerà solo a quel punto lo stoico e combattuto personaggio da Dardenne.

Anche stilisticamente le differenze (seppure non enormi) ci sono. La macchina a mano viene abbondantemente accantonata in favore di inquadrature più fisse e più pulite (con qualche maggior concessione all'emotività che nei precedenti veniva negata; si pensi alla scena dei due coniugi nudi uno di fronte all'altra), aumentano i dialoghi, ma con un mood generale e un ritmo che mantiene questo film perfettamente in linea con i precedenti. La cosa sorprendente è che in ogni film dei registi belgi c'è sempre qualche piccola evoluzione pur mantenendo uno dei più evidenti marchi di fabbrica di sempre.

PS: camei dei soliti noti.

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