lunedì 19 marzo 2018

Mamma Roma - Pier Paolo Pasolini (1962)

(Id.)

Visto in Dvx.

Una prostituta romana di mezza età torna a riprendersi il figlio 16enne dalla campagna. Lo aveva lasciato anni indietro per permettersi di mettere via soldi per avere una casa dignitosa. Il figlio però si unirà a una cattiva compagnia, scoprirà il sesso e sarà perseguitato dalla voglia di non fare niente quanto la madre sarà perseguitata dal suo ex protettore.

Al suo secondo film Pasolini tira fuori un melodrammone famigliare (ovviamente molto inserito nel contesto urbano delle periferie, a livello geografico e sociale), ancora non del tutto maturo (il montaggio ha diversi momenti piuttosto grezzi). Ma la potenza emotiva è semplicemente perfetta.
Ricco di primi piani e campi medi che servono entrambi a descrivere il paesaggio (il volto umano è, a sentir Kinski, uno dei possibili paesaggi), Pasolini si muove con continui carrelli che seguono o lavorano di soggettiva o si avvicinano, tutto perfettamente dosato per trarre il massimo dal lavoro del cast.
La trama è sicuramente scontata, ma altrettanto efficace, muovendosi con maestria nel descrivere un rapporto d'amore assoluto incastrato in un ambiente che ne determinerà il destino.
Gli attori presi dalla strada per lo più non convincono per recitazione, ma il casting non può che essere definito perfetto; i volti sono quelli giusti in ogni situazione e l'amimia di certi momenti viene completamente compensata. Inoltre c'è una Magnani da album dei ricordi; ormai credo sia stucchevole che in ogni film in cui recita si sottolinei quanto brava è, ma qui è davvero incredibile e entra di diritto fra le sue migliori interpretazioni (almeno fino al prossimo film che vedrò con le protagonista).
Il risultato è pazzesco; sfiora la perfezione e regala alcune scene enormi (nonostante il poco mostrato), come la passeggiata della Magnani sotto i lampioni che, nella sua semplicità, è da antologia.

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