martedì 14 dicembre 2010

Via col vento - Victor Fleming (1939)

(Gone with the wind)

Visto in VHS.

Uno dei film più male interpretati dal pubblico; beh da chi non l’ha mai visto ovviamente. Non è un film d’amore, ma un immenso melodramma in costume.
Tutto in questo film è perfetto.
La fotografia a colori assolutamente all’altezza degli sfondi e delle scenografia. I fondali dipinti che sembrano dei veri e proprio quadri colpiscono per la potenza e l’aria che danno alle scene. Fleming dal canto suo utilizza ogni mezzo per poter sottolineare i personaggi, incastrarli nella fondamentale ambientazione storica e geografica; da urlo l’utilizzo della luce e soprattutto del controluce che ha reso famoso questo film…
Poi ci sono i personaggi; Rossella O'Hara parte con l’essere una ragazzina viziata e finisce con l’essere una donna disposta a tutto pur di ottenere il benessere sociale che la guerra le ha portatoto via; è vero che i suoi scopi sono leciti (non soffrire più la fame, ne lei ne la sua famiglia) ma è disposta ad ogni sotterfugio per poterli ottenere. Rhett Butler è un approfittatore che sfrutta ogni situazione per un vantaggio personale e le uniche buone azioni sono fatte a Rossella solo perché ne è innamorato. Tutti sono dei magnifici stronzi.
Infine la storia è un bildungsroman dove i personaggi imparano ad arrangiarsi senza une vera e propria crescita, ma un continuo tornare al punto di partenza. È una continua distruzione e ricostruzione, mentre i protagonisti girano attorno alle persone sbagliate in preda a sentimenti indirizzati malamente… e poi per l'epoca (anni '30) era un film su uno scottante episodio del recente passato; come fare un film sulla seconda guerra mondiale e la resistenza oggigiorno.
Stupendo. Un film di questa portata non ha eguali nella produzione cinematografica americana.

2 commenti:

Seconda serata ha detto...

L'ho visto e commentato anch'io di recente, e mi chiedo ancora come mai prima lo evitavo accuratamente. Merita tutta la fama che ha.
Splendida la frase finale sui protagonisti.

Lakehurst ha detto...

mah, secondo me è vittima di se stesso. viene presentato come una sorta di blockbuster dell'epoca (è conosciuto come la più grande storia d'amore) quando invece c'è arte dietro ogni inquadratura ad ogni livello (regia, fotografia, sceneggiatura, scenografia ecc...) che fa impressione.